Sindaci abruzzesi in “conclave†per preparare le contromosse mirate a invalidare il decreto legge del Governo Monti che, sordo agli appelli dell’Abruzzo terremotato, nonché alle indicazioni delle Commissioni giustizia di Camera e Senato e del Consiglio superiore della Magistratura, ha calato la mannaia sui presidi della legalità di Avezzano, Vasto Lanciano e Sulmona. Lunedì alle 17, nel Municipio di Avezzano, i primi cittadini Giovanni Di Pangrazio, Luciano Lapenna, Mario Pupillo ed Enea Di Ianni (vice sindaco di Fabio Federico) esamineranno il provvedimento del Governo Monti per poi decidere la strategia migliore per cancellare una decisione assurda.
“Il consiglio dei ministriâ€, attaccano i sindaci, “ha calpestato un territorio messo già in ginocchio dal terremoto e assestato il secondo schiaffo al Parlamento Italiano, prima interpretando una legge in maniera distorta e poi non rispettando le indicazioni delle Commissioni giustizia di Camera e Senato che hanno ribadito l’esatta interpretazione della legge che fissa l’esercizio della delega tra tre anni, poiché la situazione infrastrutturale dell’Abruzzo, in particolare della città dell’Aquila, non consente la chiusura dei tribunali. Sarebbe il caos. Senza contare che questa riforma, sbandierata come epocale, è destinata a produrre solo ulteriori disagi e costi aggiuntivi per i cittadini a fronte di un risparmio di pochi spiccioli per le casse pubbliche. Non possiamo tollerarla. Sarebbe una mazzata letale per l’economia e un arretramento dello Stato in una zona molto appetibile per la criminalità organizzata. Impugneremo il provvedimento e porteremo il Governo davanti alla Corte Costituzionaleâ€.
L’obiettivo dei sindaci, quindi, è chiaro: costringere il Governo dei tecnici alla corretta applicazione del comma 5 Bis dell’articolo 1 della legge 14 settembre 2011 n. 148 recante delega al governo per la riorganizzazione degli uffici giudiziari sul territorio nazionale: per gli effetti prodotti dal sisma del 6 aprile 2009 sulle sedi dei tribunali di L’Aquila e Chieti il termine di cui al comma 2 per l’esercizio della delega relativamente ai soli tribunali delle province di L’Aquila e Chieti, ovvero Avezzano, Sulmona, Vasto e Lanciano, è differito di tre anni. Il governo dei tecnici, quindi, seppur chiamato a un lavoro di risanamento dello Stato, non può by-passare il Parlamento.