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Alcuni tipi di vino contengono anche derivati del latte e uova. L’UE si attivi per obbligare i produttori ad indicarli sulle etichette

Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo:

Settembre. Tempo di vendemmia e di vini. Ma il vino non sempre è un prodotto solo derivante dalla fermentazione dell’uva perché sovente accade che alcune aziende vinicole aggiungono anche ingredienti di derivazione animale. Specialmente per i vini bianchi derivati di uova e latte sono utilizzati per eliminare alcune impurità o per chiarificarli, evitando fenomeni di opalescenza o di ossidazione.

La conoscenza dell’aggiunta di tali “ingredienti” è importante non solo per quella particolare categoria di vegetariani che non ammette nella propria dieta uova, latte e loro derivati ma soprattutto per chi è allergico o intollerante a questi alimenti e vuole escludere allergeni dalla propria alimentazione. Perché se è vero che il valore gustativo e la qualità del vino restano immutati, solo per quanto riguarda la salute è fondamentale che chi è intollerante a uova o latte sia consapevole che può trovarli anche in un bicchiere di vino.

È per questo motivo che la presenza anche solo di residui di lavorazione di uova (albumine) e latte (caseine) che per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” è necessario che l’UE, che ha competenza in materia, dovrà accelerare l’obbligo di inserire nell’etichettatura dei vini la presenza di ogni derivato di tali prodotti quando la loro concentrazione supera la soglia di rischio pari a 0,25 milligrammi per litro.

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