Dall’A.S.La Cobas riceviamo e pubblichiamo
Sono 180 tavoli di crisi aziendale aperti al ministero dello Sviluppo economico per circa 230 mila lavoratori coinvolti e oltre 70 mila esuberi.
L’autunno si prepara ad essere molto difficile sul fronte delle crisi industriali, con la situazione più difficile nell’ultimo ventennio. Oltre alle vertenze sulle prime pagine dei giornali come quella del Carbosulcis e dell’Alcoa, ci sono decine di crisi ancora irrisolte, da quelle del settore elettrodomestici (Electrolux, Indesit, Antonio Merloni) a quelle del settore aereo (da Windjet a Meridiana) passando per la produzione nel comparto ferroviario (Ansaldo Breda e Firema), l’Ict e il tessile (alla crisi della Miroglio si è aggiunta quella di Sixty mentre una soluzione si è trovata per la Golden Lady/Omsa). Ecco, in sintesi, un quadro di alcune delle principali vertenze alle quali si sta cercando di dare una soluzione.
Carbosulcis: nella miniera che rischia la chiusura lavorano, 480 minatori mentre altri 150 lavoratori sono impegnati nella manutenzione. Il ministero ha assicurato che la miniera non interromperà l’attività il 31 dicembre e ha annunciato che chiederà al Parlamento una proroga di «sei mesi, massimo un anno» della scadenza prevista dalla legge 99/2009 per il bando di affidamento della relativa concessione.
Alcoa: nella multinazionale dell’alluminio lavorano in Italia a Portovesme, sempre in Sardegna, 540 addetti diretti mentre altri 250 circa sono impiegati nell’indotto. Nel complesso l’azienda tra Veneto e Sardegna occupa 900 lavoratori. Nonostante le trattative in corso la multinazionale ha rifiutato una proroga di una settimana dell’avvio della procedura di spegnimento degli impianti che è partita ieri
Fincantieri: il gruppo che occupa oltre 9.000 dipendenti ha circa 1.300 esuberi ma i livelli di cassa integrazione straordinaria al momento sono più che doppi rispetto a questa cifra.
Lucchini: in crisi l’acciaieria con la chiusura ad agosto dell’altoforno di Piombino per carenza di ordini. Per i 1.943 lavoratori sono stati adottati contratti di solidarietà mentre gli enti locali chiedono al ministro dello Sviluppo economico un tavolo nazionale. Nel complesso il Gruppo (presente anche in Puglia e in Friuli Venezia Giulia) occupa 2.800 dipendenti.
Merloni: la vertenza è ancora aperta dopo la cessione di tre stabilimenti all’imprenditore della Qs Group con l’impegno di riassumere 700 lavoratori.
Fiat Termini Imerese: resta ancora incerto il futuro dei circa 1.300 lavoratori dello stabilimento siciliano della Fiat chiuso lo scorso dicembre dopo che è sfumata l’ipotesi di impegno da parte di Dr Motors.
Natuzzi: l’azienda che occupa 2.700 lavoratori per la produzione di salotti ha chiesto la cassa integrazione per 1.300 dipendenti. Windjet: 500 lavoratori in mobilità da metà 2012. A giugno 2 anni di cigs a zero ore per tutti i lavoratori.
E a queste ci sono tantissime altre piccole e medie aziende, sotto i 50 dipendenti, che non vengono nemmeno ricevute dal Ministro”.