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Fiat: appena rientrati dalle ferie ed è già cassaintegrazione per i 3900 di Piedimonte

Erano appena rientrati dalle ferie i tremilanovecento operai della Fiat di Piedimonte San Germano e già sono a casa dopo la decisione dell’azienda torinese di osservare due giorni di Cig ogni settimana (lunedì e venerdì) fino al 9 ottobre. «Ma resta difficile immaginare una chiusura di un sito produttivo come quello di Cassino con standard produttivi altissimi e nel quale il Lingotto continua a investire» spiega Francesco Giangrande, sindacalista della Uilm. È, infatti, fresca la notizia di un investimento di 2 milioni di euro nelle officine della Sottogruppi (ex Itca) di lastratura. I lavoratori che oggi sono in cassa integrazione nelle officine saranno rioccupati. E nel sito appena acquisito saranno trasferite le lavorazioni oggi fatte all’interno dello stabilimento principale per ottenere altro spazio in attesa di impiantare nuove linee produttive. «Un’azienda che investe nei processi di produzione ha sicuramente fiducia nel futuro» prosegue Giangrande. Una voce di ottimismo che si oppone a tutte quelle notizie negative che stanno circolando sul destino di Cassino come l’accorpamento con Pomigliano, la chiusura e la cessione alla Wolkswagen e alla Mazda. «Un tam tam che penalizza il territorio e aggrava lo stato psicologico dei lavoratori» dice il sindacalista secondo il quale il problema dello stabilimento del frusinate è che la Fiat sta soffrendo la crisi al pari di altri competitori come Opel e Peugeot. Lo stabilimento, nonostante la crisi, confermerà il livello di produzione dello scorso anno: 125 mila vetture. La tenuta arriva grazie al buon andamento della Giulietta. Certo è poco rispetto alla massima capacità produttiva di che è pari a 380 mila auto con 18 turni di lavoro. Oggi i turni sono solo dieci e la linea di sopravvivenza si raggiunge solo grazie ai due giorni di cassa integrazione. La speranza nella più importante fabbrica della Ciociaria e del Lazio si mischia però ai timori. «La situazione resta preoccupante – dice il segretario provinciale della Fiom di Frosinone, Arcangelo Compagnone – perché non abbiamo alcun segnale per dire il contrario. Viviamo un periodo delicato e non ci sono motivi per stare tranquilli. È urgente – conclude – avviare a Cassino la produzione di nuovi modelli se vogliamo cambiare rotta perché gli attuali avvertono stanchezza sul mercato». Mercoledì la Fiom terrà il coordinamento nazionale Fiat per analizzare le prospettive dell’azienda e fare il punto della situazione. «Esamineremo bene il quadro attuale – dice Compagnone – per decidere il da farsi». Sulle  prospettive dello stabilimento di Piedimonte San Germano l’Idv ha chiesto anche l’intervento della Regione Lazio. «Nel cassinate ci sono circa diecimila lavoratori a rischio – ha detto il consigliere regionale dell’Idv Anna Maria Tedeschi – ed esorto quindi la presidente Renata Polverini a farsi carico del futuro dello stabilimento Fiat di Cassino. A quando l’incontro tra il Governo e Marchionne?».

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