Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo:
La nuova frontiera dell’elusione nell’acquisto e nel possesso di autovetture pare che stia diventando un vero e proprio boom se si pensa che negli ultimi anni sono nate in Italia società che propongono un nuovo tipo di contratto di noleggio a lungo termine, una specie di leasing, che poi tale non è, al fine di poter circolare liberamente nel Nostro Paese magari a bordo di una tanto desiderata auto di lusso.
Lo chiamano “leasing tedesco”, ma è a tutti gli effetti un sotterfugio per sfuggire ai controlli del fisco, per evadere superbollo, ma anche multe al Codice della Strada e quindi di sfrecciare liberamente sulle strade nostrane a dispetto di tutor, autovelox e photored e pagare un’Rcauto molto più bassa rispetto ai premi che si pagano normalmente in Italia.
Diverse sono le tipologie contrattuali proposte, tutte apparentemente lecite. La prima, quella che da più nell’occhio consiste nella vendita della propria auto ad una società di noleggio con sede in Germania la quale a sua volta provvede a reimmatricolarla con targa tedesca e con la quale si sottoscrive un contratto di noleggio a lungo termine. Le ipotesi più praticate, resterebbero però o quella di stipulare direttamente il contratto di “leasing†con la concessionaria che ha già in dote autovetture che poi vengono reimmatricolate in Germania o ci si affida ad un intermediario per effettuare un’operazione analoga in terra teutonica.
La regola fondamentale della libera circolazione di merci, persone e capitali nell’area UE e una serie di lacune che regolo i rapporti tra Paesi membri fanno il resto… Infatti, l’ex proprietario o il nuovo contraente del leasing hanno facoltà di circolare nel Belpaese senza dover pagare il macigno del superbollo o di incappare in multe rilevate con gli autovelox, tutor, photored anche perché allo stato attuale è pressoché impossibile l’identificazione dell’autovettura straniera che commesso un’infrazione in Italia. Ciò almeno sino a quando non entrerà in vigore l’istituto della multa senza frontiere.
I più furbetti si fanno forti del fatto che la vettura non viene dichiarata fra i redditi ed è pressoché impossibile sequestrarla in quanto vettura estera e formalmente di proprietà del “leasing tedescoâ€.
Se la procedura risulta essere, almeno in apparenza legale, Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Dirittiâ€, sottolinea come l’Assilea, l’associazione che raggruppa gli operatori del leasing in Italia, banche, intermediari finanziari e società di noleggio a lungo termine abbia sollevato il problema nel corso di un’audizione alla Camera dei Deputati nel quale ha espressamente richiesto “un tempestivo intervento del legislatore e delle amministrazioni preposte (Agenzia delle Entrate, GDF, Banca d’Italia) per porre fine a tali operazioni illecite” in quanto si tratterebbe di “una forma di acquisizione dell’auto, volta ad eludere le tasse e le norme nazionali, che non ha nulla a che vedere con il leasing finanziario tradizionale”.
È giusto, quindi, un intervento urgente del Governo per risolvere la questione ed evitare comportamenti elusivi che danneggiano la nostra economia.