Hantavirus nello Yosemite National Park, attenti agli scoiattoli mortali
2 Settembre 2012Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo:
Yosemite National Park è una delle mete più visitate dai turisti di tutto il mondo che si recano negli USA, compresi gli italiani per i quali è spesso una meta obbligata quando ci si reca negli Stati Uniti, secondo tra i parchi nazionali nordamericani solo a Yellowstone.
L’attrazione americana, una splendida e amena meta ambientalistica, è stata però funestata in questi giorni da una notizia raccapricciante, ripresa dai media di ogni parte del mondo: un virus potenzialmente letale l’hantavirus trasmesso dai roditori del parco, quali gli scoiattoli, ma anche topi e ghiri avrebbe messo a rischio circa 1700 persone che hanno soggiornato in un campeggio.
La patologia trasmessa dall’agente patogeno, secondo gli studi che l’hanno identificato nel 1993 può incubare fino a sei settimane prima di manifestare sintomi simili all’influenza che però portano alla morte nel 30 percento dei casi anche perché ad oggi non è stato sperimentato ancora alcun trattamento specifico e sui 587 casi documentati, circa un terzo si è rivelato fatale.
Purtroppo, secondo quanto riportato dalla stampa USA sono già 3 i casi mortali registrati negli ultimi giorni che riguarderebbero campeggiatori che hanno dimorato in alcune cabine-tende del Curry Village, il posto più economico dove pernottare all’interno del dello Yosemite National Park, dove una cabina costa 140 dollari per notte, che si trova alla base di Glacier Point proprio nella Yosemite Valley, non distante dalla celebre montagna granitica tagliata a metà la Half-Dome.
Per cercare di prevenire i contagi ed evitare che i turisti disdettassero in massa le visite, i rangers del parco hanno avviato una campagna informativa attraverso la distribuzione di brochure che rendono noti i rischi dell’hantavirus.
All’interno dello Yosemite è facile incontrare scoiattoli, animali naturalmente curiosi, ma anche altri tipi di roditori quali topi o ghiri infetti e quindi la possibilità di un eventuale contagio è dietro l’angolo specie se si viene in contatto con la saliva e le urine di questi animali, oltre che, ovviamente, in caso di morso.
Chiaramente nei casi in questione il contatto con le urine o le emissioni salivari dei roditori è stato probabilmente possibile per l’accesso dei roditori in alcune delle tende.
A seguito della notizia, Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Dirittiâ€, senza voler ingenerare alcun senso di panico, ma solo per semplice precauzione, invita tutti i turisti che si sono recati nei parchi degli USA negli ultimi due mesi a sottoporsi a profilassi, recandosi in primo luogo dal proprio medico curante e se dovessero avvertire sintomi influenzali ad andare presso le strutture sanitarie ospedaliere più vicine comunicando immediatamente e senza remore anche di essere a rischio di contagio da hantavirus.
Per chi parte ed ha intenzione di recarsi comunque nei grandi parchi americani, invece, è chiaro che l’assenza di conoscenze specifiche e di cure certe sulla malattia deve comportare la massima attenzione per evitare di entrare a contatto con i roditori e con la loro saliva ed urine, pretendendo presso gli operatori turistici un’accurata pulizia e disinfezione delle tende – cabine e dei bungalow.