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Malattie dimenticate. Cala il numero degli ammalati nel mondo ma si segnalano casi in Italia. L’ultimo a Lecce di lebbra

Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo:
Sono 15 le patologie – diffuse soprattutto nei Paesi del Sud del mondo

– che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha inserito in uno speciale elenco delle malattie cosiddette “neglette” o “dimenticate”.

Alcune hanno nomi che ai più non dicono nulla come la Filariasi linfatica, la Schistosomiasi, la Geoelmintiasi, la Oncocercosi, Tripanosomiasi americana (malattia di Chagas), ma compaiono anche la Leishmaniosi, la Tripanosomiasi africana (meglio nota come malattia del sonno), così come le più note la Lebbra (Morbo di Hansen), la Malaria ed il Tracoma.

Pur trattandosi di malattie che colpiscono soprattutto le popolazioni delle zone più arretrate del globo, Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, sottolinea come costituiscano comunque un rischio per la parte più ricca e sviluppata del pianeta per l’inevitabilità del pericolo di contagi determinabili in conseguenza dei massicci flussi migratori degli ultimi anni ed il relativo spostamento di persone contagiate, con la conseguente necessità di non dover abbassare la guardia nonostante lo scarso interesse delle case farmaceutiche poco avvezze a sostenere investimenti per la cura di patologie che riguardano una fascia di popolazione che anche se numerosa, molto spesso non in grado di far fronte agli ordinari bisogni quotidiani.

La prova di tale necessità di attenzione circa il problema e di quella di continuare a sostenere e incentivare politiche sanitarie nei paesi dove sono ancora diffuse, é data dal fatto che anche nel Nostro Paese siano stati segnalati casi, l’ultimo portato all’attenzione dello “Sportello dei Diritti” proprio nella giornata di ieri e che riguarda una giovane cittadina d’origine brasiliana che sarebbe stata sottoposta alle cure degli specialisti del nosocomio leccese “Vito Fazzi” per un sospetto caso di lebbra. Si, di lebbra, proprio a distanza di pochi giorni della diffusione di dati circa il calo dei contagi nel resto del mondo da parte dell’OMS.

La settimana scorsa, l’organizzazione che fa capo alle Nazioni Unite aveva pubblicato un rapporto sugli ultimi 20 anni di lotta alla famigerata patologia causata dal batterio Mycobacterium leprae con la sbalorditiva cifra di oltre 14 milioni di malati curati, di cui 4 milioni dal 2000.

La diagnosi precoce e la terapia multifarmaco, disponibile gratuitamente dal 1995, si sono rivelati gli elementi chiave nell’eliminare la malattia. Secondo le cifre ufficiali, quasi 182 mila persone, principalmente in Asia e Africa, sono state colpite da questa malattia nel 2012, mentre nel 2011 i nuovi casi sono stati 219mila. Il tasso di prevalenza della malattia in oltre 20 anni e’ calato del 90%, passando da 21,1 per 10mila abitanti a meno di 1 su 10mila nel 2000. Il calo e’ stato costante: nel 1985 erano 5,2 milioni le persone malate, 805mila nel 1995, poi 753mila nel 1999 e 182mila nel 2011. La lebbra é stata eliminata da 119 dei 122 paesi in cui era considerata un problema di salute pubblica nel 1985. Delle sacche ad alta endemicità rimangono ancora in alcune aree di Brasile, Indonesia, Filippine, Repubblica democratica del Congo, Philippines, India, Madagascar, Mozambico, Nepal, e Tanzania.

Ma la segnalazione di casi anche in Italia dimostra come il nostro Paese non sia immune dai pericoli di contagio e che anzi dovrebbe tenere la guardia alta per sfatare il benché minimo rischio di un’epidemia.

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