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Ospedali, ancora taglia ai posti letto di Lanciano, il sindaco Pupillo sugli scudi

Il nuovo piano di riordino dei posti letto sancirà un nuovo taglio per gli Ospedali della nostra provincia con un’ulteriore mannaia
sugli Ospedali di Lanciano e Vasto. Non credo più alla superficialità, né alla navigazione a vista determinata da condizioni emergenziali: tutto viene tenuto nascosto, il silenzio la fa da padrone, non c’è più possibilità, in nessuna sede, di discutere e le istituzioni regionali che dovrebbero esprimere la sovranità popolare vengono private di qualsiasi funzione.
Non so cosa sia più infausto per il nostro territorio, paradossalmente, visto che uno degli ultimi atti politicamente significativi sul riordino della Sanità abruzzese, come l’istituzione delle Asl uniche provinciali e la cancellazione di quella di Lanciano/Vasto è stato vagliato dal consiglio regionale governato dal centrodestra.
Tutti gli atti e fatti, da quel momento, sono andati verso un’unica direzione: la spoliazione della sanità dell’Abruzzo meridionale con Lanciano e Vasto costrette a subire cure dimagranti e quindi a determinare un’iniquità totale dell’offerta sanitaria tra il nord ed il sud dell’Abruzzo che costa anche in termini di mobilità passiva.
La nuova direzione della Asl unica e le strutture commissariali sono cosi zelanti nel tagliare, nel nostro territorio, quanto poco chiare sul ruolo e sulle funzioni delle cliniche private che gravitano, appunto, nelle zone di competenza della vecchia Asl di Chieti. Si dimostrano quindi solo chiacchiere, inoltre, davanti alla riduzione a 180 posti letto per acuti per l’Ospedale di Lanciano, le narrazioni mitologiche sul nuovo Ospedale da costruire che, al netto di una speculazione urbanistica, non sarebbe sostenibile con un’autonomia di cura così ridotta. E’ necessario, più che mai, una presa di posizione forte degli amministratori locali ed un rinsavimento della politica regionale con un’incisiva azione delle forze di opposizione volte a smascherare e denunciare tutto quello che sta accadendo, senza accapigliarsi troppo su sterili questioni campanilistiche, come il riordino delle province o la questione del nuovo capoluogo, che alla stragrande maggioranza dei cittadini, poco interessano.
Si taglino le province ma si fermi il taglio ai posti letto delle strutture dell’Abruzzo meridionale.

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