Predatori di uffici pubblici in manette a Lanciano. Si tratta di un uomo e una donna specializzati nel compiere furti all’interno di uffici colpiti, questa mattina da due ordinanze di custodia cautelare emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari  di Lanciano Massimo Canosa.
Una delle due ordinanze è scaturita a seguito di una minuziosa e puntuale attività investigativa svolta dal personale del Commissariato di Lanciano diretto dal vice questore Katia Basilico che ha permesso di raccogliere dei gravi indizi di colpevolezza a carico di R.M. di anni 33 e P.A. di anni 48, in relazione  alla commissione di numerosi furti e di altri reati contro il patrimonio, avvenuti nel mese di giugno e luglio di quest’anno a Lanciano. In particolare R.M.  è stata ritenuta essere l’autrice di ben 5 furti e di un indebito utilizzo di carta di credito (precedentemente rubata) per prelievo fraudolento, mentre a carico di P.A. sono stati ritenuti sussistere gravi indizi di colpevolezza circa la commissione di 2 furti in concorso con la citata R.M.. I due  si introducevano all’interno di uffici pubblici e, al fine di procurarsi un ingiusto profitto, si impadronivano di borse, borselli o oggetti di valore, che con destrezza sottraevano ai proprietari,  per poi dileguarsi immediatamente. Grazie alla descrizione fornita dalle vittime ed all’attuazione di mirata attività di controllo nell’ambiente della tossicodipendenza è stato possibile risalire agli autori dei reati. L’attività investigativa ha permesso di ricostruire minuziosamente tutti i movimenti dei due arrestati in relazione alla commissione dei citati reati ed anche in relazione ai sopralluoghi che gli stessi, in alcuni casi, effettuavano il giorno prima di commettere i furto. Dopo ogni furto venivano rincorsi dalle vittime, ma con agilità gli stessi  riuscivano ogni volta a dileguarsi facendo perdere le proprie tracce.  Le volanti che giungevano sul posto non riuscivano a rintracciarli, anche se,  in qualche occasione, lungo il percorso di fuga indicato dalle vittime venivano rinvenuti borselli ovviamente privi del denaro che precedentemente contenevano. La R.M. è stata associata alla Casa Circondariale di Chieti mentre al P.A., già agli arresti domiciliari per altro procedimento penale, è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari.
Alla R.M. è stata altresì applicata altra misura cautelare  della custodia in carcere  in quanto a suo carico sono stati ritenuti sussistenti gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di tentata rapina ai danni di alcuni suoi  prossimi congiunti. In particolare la stessa dopo aver avanzato insistenti richieste di denaro ai propri familiari, non ottenendolo , puntava un coltello contro gli stessi proferendo gravi minacce. Solo la fermezza, la composta reazione delle vittime e la richiesta di aiuto alla Polizia di Stato ha convinto la R.M. a desistere dall’intento delittuoso.