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Commissione UE: i paesi membri recepiscano direttiva sui ritardi di pagamento delle fatture delle PMI. In Italia quasi 4 su 10 sono insolute

Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo:
Ogni giorno in Europa decine di piccole e medie imprese vanno in bancarotta per fatture non pagate. Infatti, il 38% delle fatture emesse dalle società attualmente sono insolute. Dall’inizio del 2012, persiste tale andamento di pagamento catastrofico per le aziende. Nel gennaio del 2012, quattro su 10 fatture non sono state pagate o sono state pagate in ritardo alle società, che vantano un arretrato di milioni di euro. Questa modalità di pagamento riguarda soprattutto le imprese molto piccole e piccole, perché in genere non hanno corpose riserve finanziarie, mentre un quarto dei fallimenti sono dovuti alle fatture non pagate.

Le insolvenze portano alla perdita di 450.000 posti di lavoro nell’UE e a debiti annuali per 23,6 miliardi di euro. Il 57% delle imprese in Europa affermano di avere problemi con la liquidità a causa dei ritardi di pagamento, con un incremento del 10% rispetto ad un anno prima.

Per arginare questo pericoloso trend, la Commissione Europea ha lanciato il 5 ottobre una campagna di informazione in tutti i 27 stati membri dell’UE e la Croazia, per favorire la rapida inclusione della direttiva sui ritardi di pagamento nei sistemi giuridici nazionali, anche prima della scadenza finale del 16 marzo 2013. La campagna ha lo scopo di far conoscere alle PMI europee la direttiva 2011/7/UE che si occupa del problema dei ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, con nuovi diritti conferiti alle imprese e le istruzioni su come esercitarli, soprattutto in un momento in cui l’accesso al credito è diventato difficile per tutti.

Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, ogni anno migliaia di piccole e medie imprese falliscono in attesa che le fatture siano pagate. L’Italia per porre fine a questo che è stato a lungo un motivo di preoccupazione nel mondo degli affari, deve attuare la direttiva il più presto possibile e possibilmente con l’introduzione di una norma che preveda un sistema che darebbe mandato al creditore unilateralmente al giudice competente per il recupero del debito.

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