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Fiat Cassino, tagli alla mensa e condizioni di lavoro al limite della tollerabilità

Dall’A.S.La COBAS riceviamo e pubblichiamo:
Allo stabilimento Fiat di Cassino si continua a togliere diritti e dignità a tutti,in particolare alle Lavoratrici di linea e alle addette alla mensa.

Infatti gli ultimi accordi siglati tra Fiat e FIM-UILM- UGL hanno di fatto cancellato la libertà di opinione e sindacale, impedendo il diritto di sciopero, discriminando le donne e riducendo lavoratrici e lavoratori a pura merce.

In fabbrica e sulle linee di produzione molte operaie denunciano condizioni di lavoro al limite della tollerabilità.

Studi scientifici dimostrano che le donne accusano più degli uomini danni da esposizione a ritmi e posizioni disagiate, a turni avvicendati a sovraccarico da stress.

Gli accordi , invece di prestare particolare attenzione alla salute delle lavoratrici, al contrario sono vergognosamente discriminatori nei confronti delle donne

La «modernità» della lotta delle donne per conquistare spazio e dignità nel lavoro e nella società è fortemente segnata dall’affermazione della libertà di scelta, ma nello fabbrica di Cassino non è più possibile scegliere liberamente il sindacato.

Quelle i che scelgono L’A.S.La COBAS o la FIOM, si vedono negare il diritto ad avere una propria rappresentante nei comitati aziendali per le pari opportunità, così come non possono essere assistite dal proprio rappresentante sindacale nella contrattazione delle clausole flessibili nel part-time o nella difesa individuale in caso di contestazioni disciplinari.

Il contratto nazionale, la libertà di scioperare, di iscriversi al sindacato, il diritto di esprimersi senza ricatti sugli accordi sindacali e anche di rigettarli sono conquiste di civiltà e dignità che nessuno ha diritto di cancellare e di toglierci.

Oggi , oltre alle operaie di linea, a subire sono sopratutto le Lavoratrici dipendenti della Compass Group Italia, società che gestisce la mensa FIAT, dove a seguito di una forte riduzione del lavoro, programmata dalla FIAT per il 2013, ha aperto una procedura di mobilità e licenziamento collettivo.

Nello stabilimento di Pidimonte SG si prevedono tagli per 39 unità e molte di queste sono donne che da gennaio prossimo si ritroveranno lontane dalla pensione e senza un posto di lavoro.

L’A.S.La COBAS invita tutti i Lavoratori e le Lavoratrici ad alzare la testa e adire basta a questi continui abusi di potere!

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