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Riordino delle province, Ceccarelli: “Frosinone rischia l’impoverimento. Bisogna fare come Cassino per difesa del tribunale”

“Con il riordino delle province, così come previsto dalle norme sulla spending review, Frosinone rischierebbe di perdere, oltre allo status di capoluogo, anche tutti gli uffici periferici dello Stato come la Prefettura, la Questura, i comandi provinciali delle forze armate e dei corpi armati dello Stato, l’ufficio scolastico e così via”. Torna sul tema del riordino delle province il consigliere comunale Ombretta Ceccarelli, dopo i richiami sull’argomento da parte della Federlazio. “Si tratterebbe di una vera e propria beffa – sostiene il consigliere – e dobbiamo difendere tutti insieme la nostra città al di là dei partiti e fare fronte comune così come è successo a Cassino per la salvezza del Tribunale. Si dice sempre che il politico fa molte chiacchiere e pochi fatti, ed ora, invece, si presenta l’occasione per mettere in atto una mobilitazione generale, da destra a sinistra, per il bene di Frosinone.
La perdita dello status di capoluogo avrebbe delle conseguenze disastrose sotto molteplici punti di vista: istituzionale, politico, economico, sociale, amministrativo e così via.
Bene ha fatto il Sindaco Nicola Ottaviani, che ha attivato tutti i canali per invitare gli enti legittimati a percorrere la strada del ricorso al Tar in prima battuta, e alla Corte Costituzionale poi per bloccare questo scellerato provvedimento legislativo sul riordino delle province. Stesso dicasi per il Presidente della Provincia Antonello Iannarilli che, fin dal primo minuto, si sta battendo per salvare la provincia. Bene ha fatto il Pdl che, già due mesi fa, ha proceduto, in città, a una raccolta di firme per sensibilizzare sulla problematica tutti i politici.
Bisogna fare squadra, fare fronte comune per passare dalle chiacchiere ai fatti. Il nostro territorio è bellissimo, ricco di arte, cultura, ma, purtroppo, nel tempo, non è stato sempre tenuto in debita considerazione come dimostrano la perdita della Banca d’Italia, del distretto militare e l’occasione sfumata di avere una propria sede universitaria, per cui è necessaria una mobilitazione generale ed è necessario attivarsi in modo fattivo. Mi aspetto un coinvolgimento delle città limitrofe, di tutti gli amministratori locali e delle associazioni di categoria, delle organizzazioni sindacali per la difesa del territorio, senza rinnegare le nostre origini e celebrando la nostra storia”.

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