Di colpo gli indagati su cui i carabinieri stavano svolgendo le indagini, hnno smesso di parlare al telefono e, di conseguenza, il lavoro investigativo si è arenato. Era l’aprile dello scorso anno, e il sospetto fu forte che qualcuno li avesse avvertiti dicendo loro che i telefoni erano sotto controllo. Indagando su un nuovo caso di talpa, quindi, secondo a quello che lo scorso anno ha portato all’arresto di un dipendente della stessa procura, la magistratura inquirente di Lanciano è arrivata a individuare un possibile responsabile. Si tratta di un dipendente dell’ufficio Gip, sui cui movimenti, i militari coordinati dal capitano Massimo Capobianco, si sono concentrati fino ad individuare suoi accessi non autorizzati proprio al registro informatico e agli atti relativi alle indagini in corso. Tutto questo è stato spiegato in una conferenza stampa che si è tenuta questa mattina in procura a Lanciano tenuta dal procuratore Menditto, dal Pm Vecchi e dal l colonnello dei carabinieri Salvatore Renzo, durante la quale è stato reso noto il provvedimento di allontanamento dell’indagato dal posto di lavoro per la durata di due mesi a partire da questa mattina. La competenza del caso passa alla Dda dell’Aquila ma intanto si indaga per risalire a chi, eventualmente, è stato elemento di collegamento tra il dipendente del tribunale e le persone sotto indagine. Er. Amedei
foto Andrea Colacioppo