La Costa Concordia “perde i pezzi”, circoscritta la fuoriuscita dei materiali
3 Novembre 2012La struttura del Commissario delegato per la rimozione della Concordia, d’intesa con l’Osservatorio per il monitoraggio della nave e con Costa Crociere, comunica che gli operatori del consorzio Micoperi-Titan hanno circoscritto la fuoriuscita di materiale apparso nella giornata di ieri a pochi metri al largo della Concordia, a seguito della forte mareggiata che ha colpito Isola del Giglio nei giorni scorsi, e che sono in corso le analisi sui campioni prelevati, all’esito delle quali saranno assunte le necessarie determinazioni.
Nella mattinata di ieri, venerdì 2 novembre, infatti, appena verificatasi la fuoriuscita, il consorzio ha attivato il piano di intervento previsto per la salvaguardia dell’ambiente, con personale e mezzi dedicati: è stata immediatamente circoscritta la zona interessata attraverso l’utilizzo di panne d’altura e di panne assorbenti, così come sono stati posizionati i mezzi skimmer necessari per recuperare il materiale fuoriuscito all’interno dell’area interessata. A ciò si affiancano le immersioni svolte da parte degli operatori sub allo scopo di individuare la causa dello sversamento.
Sebbene le strumentazioni abbiano registrato dei movimenti – in corso di verifica da parte degli ingegneri e degli esperti delle società Micoperi-Titan e probabilmente legati alla deformazione dello scafo – la forte mareggiata di questi giorni ha, inoltre, dimostrato la capacità del relitto di non subire spostamenti di scivolamento, effetto ottenuto anche grazie alla messa in sicurezza del relitto completata nella giornata di ieri. La stabilizzazione è stata raggiunta utilizzando quattro blocchi di ancoraggio sommersi, ai quali sono stati allacciati complessivamente sedici fasci di cavi di acciaio, collegati a punti di forza saldati sulla parte emersa del relitto e tensionati tramite dei martinetti idraulici.
Parallelamente, proseguono i lavori propedeutici alla rimozione: attualmente, sono circa 400 gli addetti, i tecnici e i sommozzatori che operano ininterrottamente all’interno del cantiere, con circa 20 mezzi navali a supporto. A seguito del lavoro di progettazione di sei primari studi internazionali di ingegneria, in altri sette cantieri italiani sono invece già in fase avanzata di costruzione i trenta cassoni per il galleggiamento e i sei basamenti sottomarini che saranno consegnati gradualmente, a partire dalle prossime settimane, in attesa di essere, successivamente, posizionati e installati.
Inoltre, la società inglese Frugo Seacore ha già iniziato la trivellazione del fondale lato mare, per preparare proprio la base delle sei piattaforme sottomarine sulle quali poggerà il relitto una volta che sarà riportato in assetto verticale: sono state effettuate e completate le perforazioni dei due alloggiamenti per i pali di sostegno di una delle piattaforme più piccole e avviate le successive trivellazioni necessarie.
Infine, in prossimità del relitto, si è posizionata anche la nave appoggio Pioneer, che garantirà la base logistica e operativa per la produzione, l’allestimento e il posizionamento del falso fondale composto da circa 400 contenitori removibili riempiti da una speciale malta cementizia, altamente resistente ed ecologicamente sostenibile, per evitare qualsiasi impatto sull’ambiente circostante.
Nel corso dell’incontro svoltosi ieri con la popolazione di Isola del Giglio, il Commissario delegato, Franco Gabrielli, ha comunicato che, sulla base di quanto prevede la legge n. 100 del luglio 2012, lo stato emergenziale per il naufragio della Concordia terminerà il 31 gennaio 2013. Entro quella data verrà individuata l’amministrazione ordinariamente competente a livello statale che, operando a stretto contatto con la Regione e con il coinvolgimento di Provincia e Comune, garantirà che le operazioni per la rimozione della nave vengano portate a compimento secondo i programmi previsti. Il Commissario Delegato infine ha espresso grande apprezzamento per l’importante impegno dell’Osservatorio e rinnovata fiducia nell’operato e nelle competenze delle aziende coinvolte nel progetto.
una sola domanda… chi paga tutto ciò? può la ingiustificata strategia di marketing di una società privata privare il mondo intero del paesaggio costiero più bello e compleso d’europa?