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Obbligo di saldare i debiti della pubblica amministrazione entro 30 giorni, la “burla” del Governo

di Max Latempa

Dal prossimo 1° gennaio 2013 la Pubblica Amministrazione salderà i suoi debiti in 30 giorni, al massimo 60 giorni in casi eccezionali (asl ed ospedali), e non più in sei mesi, un anno, e anche oltre, come succede oggi. Lo prevede un decreto legge approvato dal governo nei giorni scorsi e che attua la direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 febbraio 2011 (2011/7/UE), relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento delle transazioni commerciali. Una norma che salverebbe dal rischio fallimento migliaia di imprese nei cui confronti le pubbliche amministrazioni hanno finora accumulato quasi 100 miliardi di arretrati per un motivo molto ovvio: non ci sono i soldi. O, se ci sono, non si possono spendere a causa delle regole imposte dal Patto di Stabilità.
Ma questa splendida notizia in realtà non è altro che l’ennesima presa in giro, un accanimento verso coloro che lavorano e che in questa Italia del XXI secolo sembrano essere gli agnelli sacrificali sull’ altare della politica spazzatura.
Il governo Monti guadagna dei bei titoli sui giornali, approvando questa norma che, in realtà, per la stragrande maggioranza degli enti pubblici italiani, è totalmente inapplicabile.
Primo perché l’obbligo di pagare in 30 giorni è già contenuto nel dlgs 231 del 2002, anche se poteva essere derogato. Poi perché il patto di Stabilità interno, una delle cause principali dei ritardi di pagamento, non solo non viene allentato, ma dal 1° gennaio 2013, guarda caso la stessa data di avvio delle nuove disposizioni, sarà esteso ai comuni sopra i mille abitanti (ora interessava gli enti con popolazione sopra i 5 mila).
Oggigiorno risulta difficoltosa addirittura la certificazione dei crediti delle imprese nei confronti della pubblica amministrazione, figuriamoci il pagamento.
A differenza delle transazioni tra imprese e pubbliche amministrazioni, nei pagamenti tra aziende private può essere superato il termine dei 60 giorni purché tale superamento non sia gravemente iniquo per il creditore e sia stato espressamente pattuito.
Pesanti le sanzioni per chi supera i termini: in questo caso il decreto prevede una maggiorazione del tasso degli interessi legali moratori, che passa dal 7% all’8% in più rispetto al tasso fissato dalla BCE per le operazioni di rifinanziamento. Gli interessi scatteranno automaticamente, senza che sia necessaria la richiesta del debitore.
Le nuove disposizioni di legge si applicheranno ai contratti conclusi a partire dal 1 gennaio 2013, secondo la nota diffusa al termine del Consiglio dei ministri che ha adottato un decreto legislativo. Ma in esso non si fa riferimento al conflitto legislativo con il Patto di Stabilità. Allora è probabile che il decreto legge possa essere recepito solo dai comuni cosiddetti virtuosi. Cioè quasi nessuno. Bel modo di risolvere i problemi della gente.

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