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Per due giorni sotto le macerie. Dopo 32 anni riabbraccia il vigile del fuoco che la salvó

A 32 anni di distanza, salvata e salvatore si riabbracciano. L’ultima volta che si erano visti avevano entrambi 32 anni di meno, lei Clara Costabile era una infermiera ed era sommersa da tonnellate di detriti nel crollo dell’ospedale di Sant’Angelo dei Lombardi, quando una scossa di terremoto di magnitudo 6.9 devastó l’intera Irpinia causando la morte di quasi 3mila persone.
Lui, invece, era un giovane vigile del fuoco di Lanciano al servizio del comando provinciale di Chieti alla sua prima missione di soccorso. Ieri si sono riabbracciati all’interno della struttura sanitaria ricostruita.

Tutto ha avuto inizio qualche mese fa, quando Giovanni di Tommaso, ormai caporeparto esperto dei vigili del fuoco di Lanciano, é arrivato alla pensione. Il punto a mezzogiorno gli aveva dedicato un articolo e nell’intervista, Di Tommaso aveva ricordato quell’intervento nel quale persero la vita alcuni bambini appena nati. Un pensiero apprezzato dal presidente della pro loco di Sant’Angelo dei Lombardi che in un commento a quel pezzo lo ha ringraziato per ciò che aveva fatto 32 anni prima. Si era cosi stabilito un contatto, per questo Di Tommaso ha chiesti a Lucido la possibilitá di rincontrare la donna che, insieme ai suoi colleghi soccorritori, aveva salvato dalle macerie. Ieri, negli stessi locali dell’ospedale Criscuoli, ricostruito, si sono ritrovati uno di fronte all’altra a ricordare quella tragedia e, soprattutto, chi non ce l’aveva fatta. “Ricordo quel boato – ha raccontato Clara – e la parete che, mentre scappavo mi ha travolta. Poi il buio, e le mie urla ogni qual volta sentivo un rumore sperando nei soccorsi. Solo dopo essere stata estratta ho saputo che ero rimasta lí sotto per ben due giorni. Avevo perso la cognizione del tempo”.

Nella squadra di vigili del fuoco che la individuó c’era Giovanni Di Tommaso. “Arrivati da Chieti, abbiamo trovato la devastazione piú totale – ha detto Di Tommaso – ci chiamavano da ogni parte per chiedere soccorso. Poi siamo stati dirottati sull’ospedale dove c’erano persone incastrate sotto le macerie tra cui anche neonati nelle incubatrici. Non ricordo quanti ne salvammo, e quanti morirono, pare ve ne fossero 11 lí sotto. Nella ricerca siamo arrivati ad individuare Clara che aveva al fianco i corpi di due sue colleghe mentre lei aveva invece le gambe incastrate. Abbiamo impiegato circa sei ore per liberarla”. A quel punto lei ricorda “avevo sete e qualcuno mi teneva la mano. Poi venni liberata e oggi ho riabbracciato chi lavoro per salvarci la vita”. A consegnare una targa ricordo a Di Tommaso, é stato il dirigente Sanitario angelo Frieri, che nell’occasione ha ricordato anche che a minacciare l’ospedale, oggi, non c’é un terremoto, ma i tagli alla sanitá pubblica.

Ermanno Amedei

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