Un Centro raccolta sangue per la prima volta ospitato in un Distretto sanitario: è questa la novità che attribuisce un primato assoluto a Castiglione Messer Marino (Chieti), dove ieri è stata inaugurata una moderna ed efficiente struttura che sarà gestita in collaborazione con l’Avis, che in paese effettua 300 donazioni l’anno, grazie a 168 donatori effettivi e a un numero di iscritti che supera le 300 unità .
All’inaugurazione hanno preso parte il manager della Asl Lanciano Vasto Chieti, Francesco Zavattaro, il direttore sanitario, Amedeo Budassi, il direttore del Distretto, Fioravante Di Giovanni, i presidenti Avis regionale e provinciale, Pasquale Colamartino e Sergio Di Tizio, il sindaco di Castiglione, Emilio Di Lizia, e numerosi sindaci dei comuni dell’Alto Vastese.
Nel corso dell’affollato incontro è stata sottolineata la necessità di puntare allo sviluppo della donazione sul territorio per raggiungere l’autosufficienza di sangue, emocomponenti e farmaci emoderivati e far crescere il sistema trasfusionale. Una strategia che produce anche una ricaduta positiva in termini di salute, grazie ai programmi di selezione dei donatori basati sull’adozione di specifiche misure di carattere sanitario che, oltre a garantire la sicurezza trasfusionale, consentono più in generale di migliorare lo stato di salute della popolazione, che passa attraverso la promozione di stili di vita corretti e diagnosi precoce di malattie metaboliche, cardiovascolari, tumori.
Nel 2011 nei 19 comuni del distretto “Alto Vastese”, cui afferiscono 19 Comuni con una popolazione complessiva di 19.679 abitanti, sono state totalizzate 486 donazioni, un risultato al quale ha contribuito in maniera decisiva proprio Castiglione Messer Marino, che quindi con il nuovo centro di raccolta aspira a consolidare il proprio primato anche attirando donatori dal vicino Molise.
L’evento è stato anche occasione colta dagli amministratori locali per sollecitare la Direzione Asl a mettere in campo un progetto condiviso per portare in montagna nuove e più efficaci formule assistenziali, per meglio tutelare la salute delle popolazioni dei piccoli Comuni dell’entroterra.
«Esperienze come quella di oggi – ha risposto Zavattaro – che nascono grazie al contributo del volontariato e dei cittadini in generale, indicano con chiarezza che l’integrazione con le varie espressioni del territorio è la strada da seguire per realizzare una sanità vicina alla gente, capace di intercettarne i bisogni di salute reali e offrire risposte appropriate».