Basti pensare che secondo i motori di ricerca le parole “dentista low costâ€, “dentista all’esteroâ€, “turismo dentale†nelle varie lingue risultano essere attualmente tra le parole più ricercate.
Sono le associazioni dei professionisti odontoiatri a lanciare da tempo l’allarme nei confronti dei pazienti e delle autorità pubbliche contro i pericoli per “salute pubblica” per chi sceglie queste modalità di cura a buon mercato.
La ragione di tutto ciò per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Dirittiâ€, dev’essere certamente ricercata nella crisi economica che coinvolge la gran parte dei paesi europei che da un lato sta portando allo smantellamento della sanità pubblica, basti pensare sul punto ciò che ha detto il premier Monti solo pochi giorni fa su quella italiana, e dall’altra i costi elevati delle terapie negli ambulatori privati.
Inoltre, vi è da considerare che le terapie odontoiatriche complesse sono molto lunghe per cui il paziente va alla ricerca di un abbattimento dei costi quasi sempre notevoli e della durata delle stesse.
L’odontoiatria “low cost†(italiana ma in special modo straniera) “offre†al pubblico proprio queste cose: prezzi bassi e tempi rapidi.
Trattandosi spesso di trattamenti ad elevato contenuto specialistico, i due concetti indicati dell’elevata economicità e della brevità delle terapie, vanno d’accordo solo in condizioni in cui si va a scapito della qualità e dell’aumento dei rischi per la salute. È noto, infatti che alcuni trattamenti per essere clinicamente validi hanno bisogno di tempo e devono essere effettuati nella massima sicurezza e con la più alta professionalità per arrivare a risultati soddisfacenti e sicuri per la salute.
La chirurgia orale, specialmente quella che interessa le ossa ha bisogno di tempo per far giungere ad una guarigione da ritenersi efficace. Così come un laboratorio odontotecnico ha bisogno di tempo per poter realizzare protesi dentarie adeguate.
Già la circostanza che all’estero siano promessi e realizzati trattamenti come le terapie implanto protesiche (impianti dentali e protesi) in pochi giorni, già questo dovrebbe mettere sul chi va là il potenziale paziente.
Il fatto che si offrano cure di soli 7 giorni e a costi incredibilmente inferiori vuol dire per forza di cosa standardizzare i trattamenti ma anche rischiare di pagare delle conseguenze non di poco conto.
Come dicevamo se fino a poco tempo fa si sceglieva soprattutto di andare all’estero e le mete più toccate riguardavano Ungheria, paesi dell’ex Jugoslavia, Romania ed anche Albania perché i costi dei viaggi e delle permanenze erano senz’altro meno onerosi rispetto ai prezzi delle terapie in Italia, spuntano anche nel Belpaese, come funghi, vere e proprie catene che offrono un dentista low cost anche da noi con prezzi davvero stracciati rispetto alle normali tariffe applicate.
Basta andare in rete per osservare quanto stiamo segnalando dicendo e verificare.
È chiaro, a questo punto, che dovrebbero essere le Autorità sanitarie nazionali a mettere in guardia i cittadini sui rischi ma riteniamo che anche in Italia, le stesse dovrebbero vigilare sui centri “low cost†presenti sul territorio nazionale per controllare che siano rispettati tutti gli standard di sicurezza a tutela della salute pubblica.