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Inaugurato il “Museo dell’Emigrazione” testimonianze, ricordi dei protagonisti di un grande esodo

È nato il “Museo dell’Emigrazione” uno spazio culturale dedicato al fenomeno dell’emigrazione in Ciociaria e nel Lazio. Il progetto, intitolato alla memoria di Giovanni Di Mambro, fondatore dell’associazione ‘Ciociari in Francia’ e primo presidente dell’Istituto Regionale Casa dell’Emigrante, è stato allestito all’interno dell’Hotel Sant’Elia. Un connubio fra cultura, storia e tradizione nato dalla necessità di riscoprire e valorizzare l’emigrazione dei ciociari e della gente del Basso Lazio nel mondo. L’iniziativa nasce anche dalla collaborazione con l’associazione Sconfin@ndo. “Siamo partiti dalla necessità di realizzare un museo che mancava,  che raccontasse una parte importante di storia del nostro territorio – spiega Bruno Vacca – cercando di recuperare la Memoria storica degli emigranti laziali e delle loro famiglie. Con questa iniziativa si vuole tener vivo un rapporto privilegiato fra la storia degli emigranti ciociari e laziali con quelli di ultima generazione e con i loro discendenti. I nostri emigrati hanno dato un notevole contributo non solo in Europa, ma nel mondo, in Australia, negli Stati Uniti, in Canad, in Sud America. Con  le nostre comunità nel mondo – ha proseguito Vacca – bisogna costruire un rapporto attraverso cui valorizzare la memoria, ma anche il presente, partendo dalla cultura del territorio e dalla valorizzazione di giovani artisti locali”. Il Museo inaugurato questa mattina, che si compone di una Galleria Pinacoteca, accoglierà le opere di giovani artisti locali, prime fra tutte quelle di Mario De Luca, nativo di Sant’Elia, un artista di fama internazionale con opere esposte in tutto il mondo, ma anche di tanti giovani talenti del territorio, le cui diverse forme di espressione artistica troveranno visibilità. Sarà la tecnologia ed il web a diffondere l’attività del Museo, attraverso la raccolta e la divulgazione di materiale utile al recupero della memoria, ma anche ad iniziative culturali attinenti alla cultura dell’emigrazione dal nostro territorio. Sarà allestita una biblioteca con testi e immagini delle comunità ciociare nel mondo. In sostanza, il Museo rappresenta la riscoperta di un territorio che ha conosciuto da vicino il dramma dell’emigrazione, quale scelta obbligata per sfuggire alla povertà e alla miseria del dopoguerra, un’opportunità per recuperare le storie di famiglia e renderle universali, attraverso le testimonianze, i ricordi, le speranze dei protagonisti di quel grande esodo.  “L’idea di questo Museo – racconta Maria Rocca, titolare della struttura alberghiera che lo ospita – nasce quasi per caso, come del resto avviene quasi sempre, chiacchierando davanti ad un caffè e dalla mia passione per la storia, per i racconti dei miei nonni, dei miei genitori o dei parenti di amici da anni all’estero. Realizzare il Museo dell’Emigrazione è stata l’occasione per concretizzare questa mia passione, raccontare le storie di fatica, di sangue e di successo degli emigranti laziali e delle loro famiglie, ma soprattutto del nostro territorio sparsi per il mondo. Credo – ha concluso – Maria Rocca – che solo conoscendo il passato e le nostre origini si potrà comprendere il presente”. Certo la sfida è di quelle importanti, ma le basi per il successo ci sono tutte!

F. Pensabene

Foto: A. Ceccon

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