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Zampognari alle strette tra crisi e rischio estinzione

La tradizione del Natale rischia di perdere protagonisti importanti come gli zampognari stretti tra la crisi e la mancanza di giovani leve. Oreste Minchella e Gaspare De Luca, di Monte San Biagio (Lt), fanno coppia da 40 anni. Hanno cominciato da giovanissimi, Oreste alla zampogna e Gaspare alla ciaramella, sono tra i più conosciuti zampognari sul versante pontino. “Non è più come una volta – dichiarano i due che in questo periodo stanno portando le Novene a Gaeta, Terracina, Sperlonga, Formia e Priverno – Seppure siamo accolti con il consueto calore, la crisi sta limitando la generosità nelle offerte”.

I due, come da tradizioni, sono pastori, o meglio oggi allevatori di pecore, e nei periodi invernali, quando l’attività principale rallenta perché gli animali vanno accuditi nelle stalle e non sui pascoli, si dedicano alle tradizionali passeggiate con zampogna e ciaramella. “tutti hanno problemi economici – raccontano – e se non direttamente, hanno un figlio disoccupato da aiutare”. Per questo quest’anno è evidentemente un’annata magra. “Abbiamo iniziato insieme da giovanotti – raccontano Oreste e Gaspare – ereditando gli strumenti dai nostri genitori che a loro volta li avevano ereditati dai loro genitori.

Il blocco delle canne della zampogna, tutto realizzato in legno, ha più di centocinquanta anni”. Il problema è la catena di successione potrebbe interrompersi. “I nostri figli e nipoti non sono interessati a seguire le nostre orme. E’ una passione che il loro manca”. Si rischia, quindi che gli zampognari, possano continuare ad esistere, o meglio le loro statuette, sono nei presepi o in rappresentazioni folkoristiche.
Ermanno Amedei

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