Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo:
Più il mondo globalizzato più è facile che si diffondano malattie da ogni parte del pianeta che utilizzano i vettori più impensabili. Basti pensare che uno studio dell’Oregon State University è giunto a una conclusione sorprendente: anche i nostri acquari che fanno bella mostra di pesci tropicali possono essere pericolosissimi perché c’è il rischio di contrarre malattie killer da alcune specie importate.
Se si tengono i pesci tropicali negli acquari, secondo la ricerca, si può essere a rischio di infezioni batteriche e malattie persino mortali anche perché secondo l’indagine molti tipi di batteri e virus che sono trasportati in essi sono sorprendentemente resistenti agli antibiotici.
Ciò significa che i pesci importati da luoghi esotici stanno portando con loro anche le infezioni batteriche che non possono essere trattate e possono così diffondersi tra gli esseri umani.
Gli antibiotici sono, infatti, usati comunemente per molti pesci che sono importati per fermare eventuali infezioni batteriche ed evitare di sviluppare malattie a causa dello stress cui sono sottoposti per i viaggi lunghissimi che effettuano sino ad arrivare ai nostri acquari.
Tra i batteri più a rischio vi sono: lo Pseudomonas che può causare danni al tessuto polmonare e condurre alla polmonite, mentre se contamina una ferita aperta può anche portare a shock settico e lo Staphylococcus che può infettare i follicoli dei capelli e causa di altre infezioni della pelle tra cui l’impetigine che, come è noto, è estremamente contagiosa. Se il batterio contamina il cibo può provocare crisi diarroiche.
Lo studio, pubblicato in Canada ha individuato 32 pesci d’acqua dolce di varie specie che sono stati testati per la resistenza a nove diversi farmaci. I pesci in questione vengono dalla Colombia, Singapore e in Florida.
Anche se lo studio sostiene che il passaggio di malattie tra i pesci e gli esseri umani è raro, le persone che possiedono o lavorano a contatto di pesci tropicali e quelli che hanno uno scarso sistema immunitario sono i soggetti più a rischio.
Per evitare i rischi di contagio anche alla luce delle risultanze di tale studio, Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti†raccomanda la massima attenzione nell’acquisto di pesci tropicali cercando di comprare solo pesci sani ed evitando la pulizia di serbatoi e acquari con tagli aperti o piaghe sulla pelle.
È evidente, peraltro, che se un pesce risulta ammalato dev’essere immediatamente rimosso.
Si dovrebbero anche mettere in quarantena tutti i nuovi pesci in una vasca separata per almeno 30 giorni.
Inoltre, è buon uso lavare sempre le mani quando si entra a contatto con i pesci e l’acqua dei serbatoi e non utilizzare mai antibiotici a meno che non vi sia stata la prescrizione di un veterinario.