Nella mattinata di oggi i carabinieri del N.O.R.M. del Reparto Territoriale di Aversa (CE) e della Stazione di Parete hanno eseguito quattro ordinanze cautelari emesse dal gip di Napoli su richiesta di questo Ufficio, per i delitti di estorsione aggravata dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolazione del clan dei casalesi. Il provvedimento si inquadra nel contesto dell’articolata attività d’indagine, sviluppata fra il 2008 ed il 2010, con la quale fu ricostruita l’azione della fazione “Bidognetti” del clan dei casalesi, operante sui comuni dell’agro aversano e sul litorale domitio, diretta dal reggente SETOLA Giuseppe. Nello specifico caso, le indagini, condotte con metodologie tradizionali e con l’ausilio determinante delle intercettazioni ambientali e telefoniche, successivamente pienamente riscontrate dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno permesso di documentare, circostanziando le condotte dan ei singoli indagati, due episodi estorsivi in danno di un imprenditore edile verificatisi in Parete (CE) nel 2008. Quest’ultimo, in procinto di realizzare un complesso immobiliare costituito da 20 appartamenti ed una villetta, si era visto richiedere, dagli indagati tratti in arresto, a nome e per conto del clan dei casalesi, la tangente estorsiva di 20.000 euro. Fra gli arrestati spicca la figura di TITTA Laura, già volontaria dell’Esercito Italiano, congedata dopo il suo arresto, avvenuto il 15 giugno 2011 nell’ambito della medesima attività d’indagine, per aver favorito la latitanza di Emilio DI CATERINO. La TITTA, che all’epoca dei fatti contestati era fidanzata con un affiliato al clan dei casalesi detenuto -MOLA Giovanni, poi divenuto collaboratore di giustizia – durante un colloquio in carcere con quest’ultimo, aveva ricevuto e recapitato all’esterno il “pizzino” col quale veniva incaricata, unitamente al VITIELLO, di portare a termine l’estorsione prima del periodo natalizio.