Dall’Ufficio stampa della Diocesi di Montecassino riceviamo e pubblichiamo
L’Abate di Montecassino Dom Pietro Vittorelli, saputo che in data odierna, 17 febbraio, prima Domenica di Quaresima, si stanno svolgendo per le vie della città di Cassino le sfilate dei carri di carnevale, esprime tutta la sua disapprovazione e il suo disappunto.
Così afferma in una nota:
“Posso capire che le sfilate dei carri non si sono potute effettuare nel giorno previsto a causa del maltempo, ma è pur vero che ogni cosa ha il suo tempo debito ed ora siamo in piena Quaresima!
Infatti, con il Mercoledì delle Ceneri, che quest’anno è caduto lo scorso 13 febbraio (giorno immediatamente successivo al martedì grasso), i cristiani iniziano il tempo forte per eccellenza della conversione e del ritorno a Dio. Per questo la Chiesa, attraverso la liturgia, continuamente richiama alla penitenza, alla preghiera e alla carità operosa (digiuno ed elemosina) con cui si esprime concretamente la volontà di conversione.
Forse i cassinati hanno perso la memoria del proprio battesimo? Forse non ricordano più – proprio in questo speciale “Anno della fede†– che la Pasqua è il cuore del cristianesimo ed è ad essa che ci prepariamo spiritualmente con la Quaresima?
Quello quaresimale è un percorso di interiorizzazione che aiuta il cristiano a fondere la fede (che altro non è se non risposta all’amore di Dio), con la carità verso gli altri, vicini e lontani, come raccomanda il papa Benedetto XVI nel suo Messaggio.
L’iniziativa di far sfilare i carri carnevaleschi, con un prolungamento forzato e innaturale del carnevale, rappresenta come un oltraggio al senso cristiano della vita e non fa onore alla città di Cassino e alle sue profonde e antiche radici.
Significa dare un segnale molto chiaro e assai poco educativo: il divertimento è più importante dell’impegno; è meglio ridere e stordirsi che riflettere, migliorare se stessi ed aprirsi agli altri con sentimenti di solidarietà fattiva e concreta. E questo proprio in un periodo tanto delicato che stiamo vivendo per la rinuncia di Benedetto XVI al suo ministero, e in un momento di crisi generale particolarmente grave, di cui tutti vanno lamentandosi e al quale si vuol rimediare… allontanandone il pensiero!
Mi auguro di vedere un ripensamento a tale atteggiamento superficiale e forse attaccato più alle ragioni economiche che a quelle spirituali. Vorrei ricordare che la crisi non si supera con un piccolo guadagno in più, se questo è a scapito di una crescita spirituale e umanaâ€.