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Pubblicate in Gazzetta Ufficiale le regole tecniche per la realizzazione degli impianti delle antenne condominiali centralizzate

Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo:

Basta tetti pieni di cavi metallici e tralicci che mortificano il decoro delle parti più alte delle nostre città rovinandone l’orizzonte. Almeno per il futuro. È stato, infatti, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 25/13 il nuovo decreto del Ministero dello Sviluppo economico che stabilisce le nuove regole tecniche da applicare per la realizzazione delle antenne condominiali centralizzate in rispetto della normativa UE.

La nuova regolamentazione abroga il precedente decreto ministeriale 11 novembre 2005 e si pone la duplice finalità oltre a quella estetica di eliminare il più possibile l’intreccio di fili e singole antenne, ma anche un migliore segnale che potrà consentire l’accesso a servizi interattivi a patto di evitare interferenze nella visione del programmi televisivi.

Il nuovo regolamento è in pratica una vera e propria guida che va dalla progettazione alla manutenzione. Il vademecum, inoltre, stabilisce regole certe. In primo luogo, un particolare accento è dato dal divieto di discriminazioni fra le varie emittenti televisive, che possono penalizzare le piccole stazioni visibili soltanto sul digitale terrestre; in tal senso, il decreto è chiaro: «l’utilizzo di un mezzo trasmissivo non deve comportare l’esclusione di altri mezzi trasmissivi che siano da considerare equivalenti o complementari tra loro». L’installazione di ogni impianto centralizzato, infatti, dev’essere preceduto dalla individuazione di almeno tutti i segnali primari terrestri ricevibili nel luogo individuato e da quelli satellitari prescelti. Tale divieto di discriminazione riguarda ovviamente anche le singole utenze: la realizzazione dell’opera non potrà, pertanto, determinare disparità nella distribuzione dei segnali ai diversi condomini.

Per ciò che riguarda gli standard tecnici, per quanto concerne la conformità di progettazione, installazione e manutenzione il riferimento è la direttiva 2004/108/CE relativa agli aspetti di compatibilità elettromagnetica; quanto alle norme e guide tecniche di impianto, valgono i riferimenti normativi europei Cenelec e in particolare la guida Cei 100-7 e le norme della serie En 50083 ed En 60728 per gli aspetti funzionali e di sicurezza.

Rimane, comunque, in vigore la regolamentazione stabilita dal decreto ministeriale 37/08 sulla sicurezza dell’impianto.

In ultimo, il Ministero annuncia la convocazione di un tavolo tecnico per definire le misure da adottare per gestire i fenomeni di interferenze nella ricezione del segnale.

Se è vero, spiega Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che tali norme si applicheranno a tutti i nuovi impianti, e che la sostituzione con i vecchi sarà graduale, è opportuno pensare a un sistema d’incentivi che consenta a tutti gli interessati di cambiare la vecchia antenna e contribuire ad eliminare quella jungla di cavi e tralicci da cui non è immune nessuna città o paese italiano ma anche per rendere più equa e migliore la ricezione del segnale per l’universalità degli utenti.

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