I ricercatori dell’Università di Siena, in Toscana, hanno scoperto un autoanticorpo naturale, presente nei pazienti di sclerosi multipla con malattia lungamente stabile. Si tratta quindi di una ricerca tutta italiana, pubblicata sul Journal of Neuroimmunology, che potrebbe rivoluzionare il futuro della comprensione e lotta alla malattia della sclerosi multipla. L’istituto riferisce che l’anticorpo possiede proprietà immunosoppressive e quindi potrebbe avere un ruolo di stabilità nella malattia. Lo studio evidenzia come lo stesso anticorpo potrebbe essere utilizzato come un possibile marker prognostico per definire l’evoluzione della malattia stessa nei singoli pazienti, nelle versioni benigne o maligne. Nel dettaglio, durante la ricerca si è riusciti ad isolare l’anticorpo monoclonale nei pazienti affetti da sclerosi stabile da tre anni. La scoperta potrebbe far comprendere meglio al mondo scientifico come funziona il nostro sistema immunitario, e come questo si lega al nostro sistema nervoso. Inoltre, l’anticorpo potrebbe essere sviluppato ed utilizzato nella terapia delle malattie autoimmuni organo-specifiche, ad esempio potrebbe essere testato nel rigetto da trapianti. La sclerosi multipla (SM), chiamata anche sclerosi a placche, è una malattia autoimmune cronica, che colpisce il sistema nervoso centrale causando un ampio spettro di segni e sintomi. La sclerosi multipla colpisce le cellule nervose rendendo difficoltosa la comunicazione tra cervello e midollo spinale. La malattia può manifestarsi con una vastissima gamma di sintomi neurologici e può progredire purtroppo fino alla disabilità fisica e cognitiva. La sclerosi multipla ha una diffusione che varia tra i 2 e 150 casi ogni 100 000 individui, a seconda del paese o della specifica popolazione di origine.