Timido, schivo, di poche parole, Jorge Mario Bergoglio e’ il primo Papa gesuita. In realta’, secondo molte fonti, quello che fino ad oggi era l’arcivescovo di Buenos Aires, aveva gia’ rischiato seriamente di essere eletto nel Conclave del 2005, dove ha certamente avuto un notevole numero di preferenze. Il cardinale argentino, di origini piemontesi, secondo il diario di un cardinale elettore, spaventato dal confronto con il cardinale decano, scongiuro’ addirittura i suoi sostenitori a non votarlo. Bergoglio e’ sempre stato restio ad accettare ruoli curiali. Oppositore del lusso e degli sprechi, ha vissuto in un modesto appartamentino e per spostarsi usa i mezzi pubblici, quando fu ordinato cardinale nel 2001, obbligo’ i suoi compatrioti che avevano organizzato raccolte fondi per presenziare alla cerimonia di Roma, a restare in Argentina e a donare i soldi ai poveri. Nel suo Paese e’ un trascinatore di folle e una figura di riferimento nella Chiesa sudamericana. E’ sempre stato ritenuto un conservatore ma, nonostante questo, non ha mai approvato l’eccessiva rigidita’ della Chiesa soprattutto in materia di sessualita’ e la sua autoreferenzialita’. Contesto’ l’apertura dei gesuiti alla Teologia della Liberazione, negli anni ’70 e questa posizione forse gli e’ valsa l’accusa ingiusta di connivenza con il regime dei generali, anche se peraltro non ci sono mai state prove ne’ indizi della sua vicinanza alla dittatura. Ed anzi nell’anno santo del 2000 fece “indossare” all’intera Chiesa argentina le vesti della pubblica penitenza, per le colpe commesse negli anni della dittatura. Un mea culpa che dette piu’ fiducia nell’istituzione ecclesiale, Arcivescovo di Buenos Aires, ordinario per i fedeli di rito orientale residenti in Argentina e sprovvisti di ordinario del proprio rito, Bergoglio e’ professore di letteratura e psicologia.