Pesticidi killer delle api, l’UE non ne vieta l’uso. Vincono le lobbies del settore
15 Marzo 2013Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo:
Oggi a Bruxelles i 27 Stati membri dell’Unione europea, in seguito alle forti pressioni esercitate dalle lobbies del settore, hanno respinto la proposta della Commissione di vietare, l’utilizzo di pesticidi letali per la sopravvivenza delle api. Ciò nonostante via sia una mole enorme di prove a sostegno dell’impatto negativo sulla salute delle api di questi fitosanitari,
Al termine di due giorni di discussioni sulla sospensione dell’utilizzo di tre antiparassitari, della famiglia dei neonicotinoidi, sospettati di rappresentare un rischio elevato per la salute e la vita degli insetti produttori di miele, nessuna maggioranza qualificata è stata raggiunta. Si sono schierati a favore del bando 13 membri guidati da Italia, Francia, Spagna, Polonia, Olanda, 9 hanno detto “no” e cinque si sono astenuti. Eppure il recente parere pubblicato dall’Efsa aveva concluso che le sostanze clothianidin, thiamethoxan e imidacloprid potessero rappresentare un rischio per le api. La proposta della Commissione se approvata, avrebbe imposto restrizioni all’utilizzo di questi fitosanitari su colza, mais, girasole e, in Europa meridionale sul cotone. Mentre oggi l’Authority europea ha ritenuto che l’utilizzo di questi neonicotinoidi su colture non attraenti per le api da miele possa essere considerato accettabile. Ma le lobbies del settore criticano fortemente la valutazione dell’ Efsa. Secondo Sygenta il parere dell’Authority sarebbe “affrettato†e sarebbe sbagliata la stima della quantità di api esposte a questi fitosanitari: questo comporterebbe un calcolo del rischio sbagliato. Inoltre, nonostante Efsa abbia dichiarato di aver tenuto conto delle prove sul campo la multinazionale nega che questo sia effettivamente avvenuto.
Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Dirittiâ€, le api sono patrimonio di tutti, agricoltori, consumatori e cittadini, e si sono trasformate in uno strumento per interpretare diversamente il mondo che ci circonda. E così, oltre a dare un apporto economico quali impollinatori, di produttori di alimenti e di agenti della conservazione ambientale, sono diventate un simbolo della cultura della non violenza. L’ape è diventata un soggetto politico, un simbolo di resistenza e di affrancamento dalle prevaricazioni. Rispettare le api vuol dunque dire rispettare l’ambiente, quindi tutti gli insetti e le altre forme di vita animali e vegetali. Per queste ragioni diventa importante agire con consapevolezza, quindi anche scegliere se e come effettuare un trattamento chimico, assumendosi le responsabilità derivanti dalle eventuali conseguenze sull’ambiente e sulle altre forme di vita.