Chiediamo in prestito Shinzo Abe… almeno per tre mesi
10 Aprile 2013di MAX LATEMPA
Sono almeno due o tre anni che in Europa si discute su come affrontare la crisi, come ridurre il deficit, come creare ricchezza e ridurre la disoccupazione. E mentre luminari e politici discutono senza venirne a capo, la gente si suicida oppure vede assottigliarsi i risparmi di una vita. Altri si sono dovuti adattare ad una nuova vita di privazioni e tutti ricordiamo con nostalgia gli anni ottanta e novanta, quando vivere nel vecchio continente era una fortuna.
Tante chiacchiere non hanno portato proprio a niente. Lo stallo e la lentezza degli interventi ha addirittura peggiorato ulteriormente la situazione, riducendo nazioni come Grecia e Cipro sul lastrico. Spagna e Portogallo sono in regime di amministrazione controllata. Poi c’è l’Italia che sembra fatta apposta per il detto americano “too big to failâ€, troppo grande per fallire. Lo dicevano anche per Enron e Merrill Lynch e sappiamo come è andata a finire.
Noi abbiamo tutto che ci rema contro. Una classe politica ignorante che non è certamente all’ altezza della situazione. Un debito pubblico altissimo ed un Euro così forte che non permette spazi di manovra. Anzi, la moneta comune sta affossando le nostre produzioni da esportazione. Eppure la strada da seguire c’è ed andrebbe intrapresa senza indugi.
E’ quella del Giappone che da ben 35 mesi era in recessione. MA a dicembre il nuovo premier Shinzo Abe ha preso in mano la situazione.
Con un rapporto deficit/pil del 10% (in Italia siamo al 2,8%) ed un rapporto debito/pil del 220% (in Italia siamo al 130%) se il Paese del Sol Levante fosse nell’ Unione Europea avrebbe già dovuto dichiarare bancarotta. Ed invece….
Negli ultimi tre mesi Tokio ha lanciato un incredibile piano da 90 miliardi di euro, iniettando questa somma direttamente nel circuito industriale, edile, della sanità e dell’ istruzione, creando da subito un incremento del 2% del Pil e 600 mila nuovi posti di lavoro. Contemporaneamente la Banca Centrale si è impegnata ad aumentare lo stock di moneta circolante di 70 mila miliardi di yen per i prossimi due anni, portando il totale a 270 mila miliardi. Lo yen ha perso valore ma le esportazioni sono schizzate e le fabbriche hanno ripreso a produrre a pieno regime. I titoli di Stato sono di nuovo molto appetibili e comunque la Banca Centrale è pronta a sostenerne il prezzo con altre sostanziose operazioni finanziarie sul debito sovrano.
In soli tre mesi il Giappone è ritornato a ruggire e l’ inflazione è tornata al 2%.
Stessa cosa negli Stati Uniti, dove si parla ormai di ripresa iniziata. La borsa di Wall Street è di nuovo ai massimi di sempre. Si investe sulle aziende quotate in borsa perché c’è fiducia e le cose stanno finalmente andando bene. C’è molta moneta circolante.
In Europa invece si fa l’ esatto contrario. Si affronta la crisi con strategie depressive impostate alla rigidità ed al rigore. La Germania vuole l’ Euro forte. Dal prolungarsi di questa situazione ne trae un gran beneficio. Riesce a finanziare il suo debito pubblico a costo zero. Ed è stata l’ unica nazione dell’ eurozona a non aver ratificato il Fiscal Compact, il Trattato di stabilità fiscale che condurrà a una forma di austerità perpetua le nazioni meno ricche. Noi addirittura lo abbiamo approvato all’ unanimità e messo nella costituzione. Loro lo hanno prima imposto a tutti, poi non lo hanno approvato in parlamento.
Visto che in Italia non si riesce neanche a fare il governo, sarebbe il caso di scippare Shinzo Abe al Giappone. Magari solo per tre mesi…….
Grande Shinzo! Japan is back again.