Il limone “polpo” è un cedro indiano nato vicino la centrale nucleare del Garigliano, nessuna malformazione
5 Aprile 2013E’ il momento delle scuse. Abbiamo sbagliato e i lettori, con aspre critiche, ce lo hanno fatto notare. Il limone “polpo†prodotto nelle vicinanze della centrale nucleare del Garigliano somiglia più ad una tipologia di cedro nota con il nome mano di Buddha di cui non ne conoscevamo l’esistenza. Il fatto che sia un frutto prodotto nei pressi della centrane Nucleare del Garigliano ci ha convinto a pubblicare la notizia creando un implicito legame tra l’agrume che sembrava malformato e le problematiche di quella zona legate alla contaminazione di radiazioni. Al di la della mia “gaffeâ€, fatta probabilmente con la complicità della fonte che, evidentemente, ha voluto farmi un “pesce d’aprile†in ritardo, restano le problematiche di quel territorio e della vicinanza della centrale al fiume Garigliano, in particolare in alcune esondazioni del fiume le cui acque (il signor Giovannino probabilmente questo non lo sa perché vive altrove) hanno allagato non solo le pertinenze dell’impianto, ma la centrale stessa. Abbiamo, quindi, provveduto a ritirare il precedente articolo perché ritenuto inesatto. Per questo me ne scuso e ce ne scusiamo. Il limone, probabilmente è un cedro e quelle forme sono naturali, ma, purtroppo, nella zona della centrale del Garigliano, malformazioni animali, di prodotti agricoli e purtroppo malattie alle persone, non sono una novità , e chi le nega questi fatti a prescindere, probabilmente commette il mio stesso errore.
Ermanno Amedei
Vedo la vostra perseveranza nel parlare di radiazioni, nucleare e malformazioni divenuta ormai intollerabile. Vi consiglio vivamente di farVi un viaggio in quel di Ramsar (radiazioni fino a 700 volte superiori quelle di soglia), di Guaraparì in Brasile (come Ramsar) dove le spiagge ricche di Monazite rendono l'area alquanto radioattiva, di fare un viaggio anche in Cornovaglia (fino a 1200 volte i valori di soglia) o senza esagerare, presso Città del Vaticano, dove il livello di radioattività è superiore e nettamente anche alle aree di Fukushima (fino a 8 volte i valori di soglia).
Purtroppo l'associazione tra mancanza di conoscenza specifica, manipolazione della realtà e mistificazione dei fatti, rendono il Vostro articolo ancor peggio del precedente, se possibile, perché cercate di difendere una posizione indifendibile.
Purtroppo ci sono persone come Voi, il cui livello di conoscenza scientifica inerente il "Nucleare" (e non solo), che possono anche credere che l'asinello ha le ali, ma c'è chi studia, si attiene ai fatti scientifici ed alla realtà , che non smetterà mai di combattere simili inesattezze!
L'onestà scientifica dovrebbe portarVi a parlare di cosa sono le radiazioni (avete forse fatto un po' di confusione con l'inquinamento chimico e/o le normali e storicamente riportate alterazioni genetico-morfologiche in diverse aree del pianeta e non certo per opera dell'uomo?).
Poi spiegate all'universo il perché della radioattività naturale, delle diverse aree del pianeta naturalmente radioattive e ben oltre la soglia, ma senza alcuna conseguenza per la vita umana (per caso qualcuno di Voi ha mai letto le ricerche sui NON danni al DNA delle radiazioni e quali dosi di radiazioni sono davvero pericolose per l'essere umano?) e come mai il pianeta è naturalmente attivo e "vivo".
PS: Vi consiglio vivamente di studiare un po' di fisica nucleare, radioprotezione e, visto che ci siete, anche un po' di mitologia greca…
"Una cattiva scusa è peggio che non scusarsi", scrisse in un suo libro Randy Pausch.
I migliori fanno errori a migliaia, non è questo il problema; il problema, cioè la cosa che trovo grave e, personalmente, irritante, è il non scusarsi fingendo di scusarsi. Il limone-polpo è un cedro "mano di Buddha": perfetto, possiamo essere d'accordo. E perchè, allora, stare qui ancora a menare il can per l'aia, in maniera infantile e deontologicamente scorretta, con l'impianto del Garigliano e i suoi presunti effetti radioteratogeni? E' molto puerile stare a dire "ok, ho sbagliato, ma in realtà avevo ragione!"
Chi nega il fatto che la centrale del Garigliano abbia provocato e provochi ciò che lei dice, probabilmente è persona che di radioprotezione sa qualcosa in più rispetto a lei. Le suggerisco l'approfondimento del termine "radioormesi". Mi perdoni – sinceramente – per il tono spocchioso.
Stavolta le toccherà riscusarsi, si spera definitivamente, dott. Amedei. Non con me, ma con i suoi (mi auguro pochi) lettori fuorviati dalla sua nucleofobia.
P.s. nell'articolo precedente non si diceva che il fiume, esondando, avesse allagato la centrale, bensì che avesse allagato il reattore. Forse la precipitosa abolizione dell'articolo incriminato le ha fatto ricordare male… Un'ultima cosa che vorrei mi sia spiegata: si possono conoscere i fatti del pianeta Plutone pur vivendo sulla Terra. Perchè allora bisogna abitare solo nei pressi del Garigliano per sapere i fatti del Garigliano?
Mattia Capasso
E’ vero. Nell’articolo congelato ho scritto che l’acqua del Garigliano, esondando, era arrivata al nucleo della centrale. Così non è stato anche se per poco dato che questo, il reattore, era rialzato rispetto al resto della centrale, di alcuni metri. L’episodio più grave a cui facciamo riferimento è quello del novembre del ’79. L’acqua, però, arrivò alle pertinenze, inondando anche le cosiddette trincee dove venivano seppellite le attrezzature e gli iundumenti di protezione esposti alle radiazioni e, di per se, con carica radiattiva. Seppure l’acqua non arrivò al reattore, poco ci mancò e comunque venne a contatto con materiale e ambienti contaminati. Epiusodi che si nonbo ripetuti frequentemente, l’ultimno nel 2011. Lei, che certamente non mangia (o crede di non farlo) prodotti agricoli coltivati lungo le sponde del Garigliano, o degli animali allevati in quelle zone, dirà : “E allora”. Per alimentare la sua spocchia da profondo conoscitore della materia e di quanto danno fanno quelli come lei (cioè molto più di chi scrive inesattezze e comunque le riconosce) eccole una breve lettura: «Il suono era assordante. Prima di allora gli allarmi li avevo sentiti solo per le esercitazioni. Quel giorno, però, erano veri. Nessuno di noi ebbe tempo per la paura. Dovevamo trovare una soluzione e farlo al più presto». Alfredo Gragnano, addetto alle teletrasmissioni, si trovava nella sala controllo della centrale nucleare del Garigliano quando avvenne, forse, il più grave dei dieci incidenti importanti segnalati dall’allora Cnen nella storia dell’impianto. Era il novembre del 1979 e un’alluvione minacciava la centrale. «L’acqua continuò a salire ed era già penetrata nei piani interrati dei serbatoi. A mezzogiorno con i mezzi anfibi dei vigili del fuoco, fu evacuata parte del personale. Nell’impianto rimanemmo in pochi, una quindicina di persone in tutto. Verso le sette di sera ci fu un black out nella rete nazionale.
Il reattore era fermo per delle riparazioni e avremmo dovuto prelevare l’elettricità dalla vicina centrale idroelettrica di Suio. Avevamo la priorità , ma nulla. Anche quell’impianto era fermo a causa dell’alluvione. Fu allora che scattarono gli allarmi: i generatori di emergenza della centrale non entrarono in funzione.
A quel punto le pompe di raffreddamento erano spente e il nocciolo rischiava di fondersi. Furono minuti lunghissimi, oggi ripenso con gratitudine al tecnico che riusci a riparare il guasto in tempo». Lo dica a quella gente che abita la zona che sono imbecilli a temere o ad aver temuto la presenza della centrale nucleare. Sono certo che sarebbe capace di dirlo. Ai Parioli dove vivrà lei, la “teoria” non potrebbe farle alcun male.
Ermanno Amedei
Il signor Giovannino vi ha letto e non gli fregava particolarmente leggere scuse, però le vostre tali non sono. La Scienza vuole prove a supporto di affermazioni: per quanto io in effetti viva altrove (ma che significa?) da dove sto posso dirvi che ipotesi per ipotesi allora la causa di quelle malformazioni – a cui devo credere sulla parola non avendo altra documentazione a supporto – possono essere dovute a tutto, dagli alieni in giù. Voi siete liberi di pubblicare quanto credete, e cagionare a motivo quanto ritenete ma io faccio mio il metodo empirico che qui vedo grande assente e questo in sostanza chiude la questione, senza nemmeno arrivare a toccare l'argomento 'core' nucleare che vi ripeto, come già ebbi modo di spiegare, NON può rilasciare contaminazioni in ambiente, per quanto qualcuno digiuno in materia possa pensare. Dopodichè continuate a instillare il dubbio che insomma quelle malformazioni siano dovute al nucleare, senza prendervi la briga di ricercare cause reali, aggiungendo allarme a cattiva informazione e allungando l'elenco dei Giacobbo di questo mondo, ma il corretto giornalismo è altro: spiega, non solleva dubbi, li dipana. E' un processo d'eliminazione cartesiana dei falsi positivi che mi rendo conto non è obbligatorio possedere, ma per quanto mi riguarda è la sola realtà che conosco, a volte può farmi apparire scorbutico ma il mio è solo rispetto della verità . Qui non ce n'è molta ma va bene così, non è una pubblicazione scientifica dopotutto; solo mi piacerebbe ogni tanto si lasciasse il dubbio almeno a metà , cinquanta speculazione, cinquanta ragionevolezza. Dubitare, sempre, soprattutto quando la risposta facile preme dal di dentro. Solo un consiglio, e da qui poi, di nuovo, decidete voi se contribuire ad elevare di un atomo la qualità del giornalismo, o lasciarlo invece quello che è.
Un saluto.
Notare che, se le nostre vecchie critiche sono state "aspre", queste nuove sono aspre come… un cedro indiano, magari andato a male. 🙂
Per educazione e rispetto degli altri so cospargermi il capo di ceneri quando commetto un errore e l’ho commesso. La sua (e quealla di altri) sicurezza scientifica, però, su quanto possa essere innoqua una centrale nucleare per la gente e la vita che prolifera intorno ad essa, non mi convince. Del resto, neanche io abito vicino a quella centrale e certamente, (così come sono sicuro anche lei (ed anche i simpatici Mattia e Fernando) non ho nessuna ambizione di prendere casa in qui luoghi per farvi crescere i miei figli neanche se la casa me la regalassero. Sicuramente commetto errori tecnici ma sono sicuro che di gente come voi, che ridacchiavano e paraculavano i timori della gente, ce ne erano anche a Chernobyl e a Fukushima prima che gli eventi rendessero famosi questi posti non certo per la quantità di energia elettrica prodotta o per la slubrità di quei territori. Io forse conosco poco e sono ignorante in materia di radiazioni, ma lo sbaglio del limone cedro porta solo a qualche vostro sorrisetto da Padreterno. Quando sbagliate voi (intendo ovviamnete il sistema che evidentemente caldeggiate) la gente muore, e ne muore tanta.
Ermanno Amedei
Continuiamo a non capirci, io suggerisco di vagliare col metro della scienza e si ottiene solo, mi si perdoni il termine, di essere sfanculati. Va bene, seguitiamo la linea alla Giacobbo. Nemmeno mi metto a spiegare quanto poco sia pericoloso – dati alla mano, che non avrei problemi a fornire – il nucleare rispetto a tutto il resto, e intendo davvero tutto; sarebbe inutile in scambio che vede Cartesio di qui e la percezione di là che le persone, cito: ridacchino e paraculino gente per motivi vari. Una prosa inefficace, mi si permetta, e triste. Una scusa è una scusa, se si finge di scusarsi per poi invece raddoppiare la tesi iniziale non serve a nulla. Dirò solo a sollevar dubbi che i manutentori delle centrali cattive di cui parliamo vivono solitamente a ridosso delle medesime, con famiglie composte di mogli, mariti, figli, animali, e se non bastasse che io potendo (ahimè non si può, ma sognare è lecito) me la farei costruire fuori casa una centrale nucleare, e questo perchè so esattamente quanto questa sia pericolosa appunto rispetto a tutto il resto.
La capisco la diffidenza verso il nucleare, un tempo era anche la mia finchè un bel giorno ho deciso di smetterla con le voci dei cantastorie e mi sono informato. Purtroppo è un passaggio che richiede volontà , uno deve VOLERLO il volere informarsi (mi si perdoni il pleonasmo), altrimenti si rimane coi pregiudizi e la percezione che sbaglino tutti, eccetti me. Di questo passo, via il non avere avuto la rivoluzione industriale, saremmo rimasti al fuoco; e qualcuno immagino allora dubitasse pure di quello.
Cucinare con carbone e legna produce tre milioni di morti l’anno: che facciamo proibiamo la cottura?
Fukushima? Per radiazione non c'è morto nessuno e mi si eviti l'adagio "e ma in futuro" perchè non vorrei dover spiegare numeri alla mano, qui grandi assenti con la verità , quanto questo sia lontano dal reale, conosco le esatte probabilità di cancerogenità future di quel territorio; e le morti di Chernobyl (57 _e_basta_, lo dice l'ONU in uno studio meta-governativo e pluridecennale, non io) sono certo un dramma, sulle cui reali cause glisseremo, ma nulla se rapportate ai morti da centrali a carbone, petrolio, gas, e pure eolico e solare. Crederci? Non crederci? Non è mio problema. Come detto io rimango ancorato al lato della Scienza e so di cosa parlo, chi voglia farsi venire timori e pensare che quelli come me ridono di paure altrui se non addirittura morti (…) e questo per non aver dati in mano e voler insistere sulla linea del è così perchè lo dico io, faccia pure. Servirebbe un po' più di fiducia nel genere umano, fare dell'altrui un orco solo perchè dice cose che non ci piacciono, su una cosa peraltro che qui s’è dimostrato di non conoscere, non porta a niente. Però se va bene a Lei, va bene a tutti.
Inutile a questo punto continuare scambio, non vedo permeabilità a sana conoscenza e quindi un saluto e buon lavoro a lei e voi tutti.
Un'ultima osservazione, se m’è permesso: non dica mai, mai a qualcuno che questi si diverte sulle paure altrui se non addirittura sulle altrui morti, soprattutto quando di quest'altro non si conosce nulla e si sta in realtà dicendo l'esatto contrario (lo so, mi conosco meglio di quanto mi conosca Lei). Dice dell'accusatore e dei suoi pregiudizi molto più di quanto vorrebbe far dire sull'oggetto del biasimo. Solo un consiglio.
Di nuovo, un saluto.
Una domanda terra terra da ignorante:
visto che vivete in zona, perchè non pubblicate le foto delle malformazioni animali e di prodotti agricoli invece di proporre ANCORA lo stesso limone?
Fate come hanno fatto in Puglia, dove hanno mostrato le foto degli animali morti sotto i pannelli fotovoltaici per aver brucato l'erba trattata con potenti diserbanti.
Fate come hanno fatto in Canada, dove hanno mostrato le foto degli animali morti nei pressi dei centri di stoccaggio di CO2.
Fate come hanno fatto negli Usa, dove hanno mostrato migliaia dii uccelli triturati dalle pale eoliche (quelle che non si sono incendiate).
Fate come hanno fatto in Cina, dove hanno mostrato i disastri dell'inquinamento da metalli pesanti nei campi coltivati nei pressi di aziende che costruivano pannelli solari.
Un consiglio: prima di credere che l'acqua posso contaminarsi solo raggiungendo e allagando una centrale, andate prima a studiare come è fatta una centrale nucleare.
Saluti.
Tutte le foto che vuole sono pubblicate su “L’inquinamento da Radionuclidi nelle Acque del Lazio Meridionale”. Troverà in quel volume una grossa raccolta di figure che mostrano malformazioni animali e vegetali. Per comodità le allego alcuni link
http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=malformazioni%20garigliano&source=web&cd=2&cad=rja&ved=0CDYQtwIwAQ&url=http%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3D3xhQmL4QE4E&ei=_OJuUYzqOsHL4ASih4EY&usg=AFQjCNGpAdbv9lfA6L4bvBYhcXZxsguSOQ&bvm=bv.45368065,d.ZWU
http://www.lettera43.it/foto/paura-intorno-all-ex-centrale_4367563638_2.htm
http://www.parvapolis.it/a-11881/ss-cosma-e-damiano-nucleare-la-paura-le-grandi-bugie-sui-valori-bassi-unaltra-foto-choc-domani-i-dati-della-asl-lt6-sulle-malformazioni/
http://www.parvapolis.it/a-11901/ss-cosma-e-damiano-nucleare-la-paura-i-dati-della-asl-lt6-sulle-malformazioni-genetiche-negli-usa-per-molto-menosi-ordin-levacuazione/
altri, se vuole, ne può cercare lei
C’era UNA sola azione che si poteva compiere dopo aver partorito una figuraccia giornalistica come questa: togliere il post e i commenti, sperando che la cache dei motori di ricerca sia più misericordiosa di quanto non lo sia la memoria dei coinvolti (quantunque tutti sappiano che “what has been seen cannot be unseen”). Neppure ci sarebbe stato bisogno di ritrattare, capita di sbagliare.
Invece, questo imbarazzante, imbarazzante post. Lei insiste a ributtare addosso ai coinvolti miserrime argomentazioni non convincenti, e, sinceramente, più la si legge più si prova disagio a vedere quanto non riesca a obiettare qualcosa di scientifico e quanto giochi sulla frase ad effetto.
Peccato, uno spazio giornalistico che potrebbe essere occupato meglio, e invece no.
PS. Sicuro che rispondere a una persona presumendo che viva ai Parioli la qualifichi come essere giudizioso e pensante? Io ho più di un dubbio.
I suoi dubbi, francamente non mi riguardano anche perché credo ne avrà tanti. Il cancellare tutto non mi appartiene. Ho commesso un errore, quello di aver confuso un limone con un cedro particolare, e per questo ho chiesto scusa ai lettori. L’imbarazzo più grande, oltre all’errore commesso, è quello di aver prestato il fianco ad un manipolo di fanatici del nucleare che non accettano opinioni diverse dalle loro, per il sol fatto di essere spinti da una mania di onnipotenza che li porta a credere che la loro conoscenza dell’atomo giustifichi il far correre rischi alla gente, possibilmete ad altri. Non le chiedo un parere su come occupo lo spazio di questo giornale, se vuole può leggere altro. Del resto, di fesserie ne sto leggendo tante anche dai commenti che stanno arrivando ma continuo a pubblicarli nonostante abbiano un tono offensivo.
Er. Am.
Sento puzza di scienziati favorevoli al nucleare…. forse l’articolo er aimposttao male, maggiore cautela sarebbe stata più cònsona….ma il nucleare fa male e le centrali non sono sicure. Non veniteci a racconatre storielle con i nanocurie….
NO NUKE!! Sempre.
Luca da Roma.
Ok l’errore grossolano, ma non posso non pensare che la questione nucleare alimenta le tasche di queste menti illuminate. Da “L’inquinamento da radionuclidi nelle acque del Lazio merdionale” pag. 3, introduzione: dicembre 1976. L’acqua del Garigliano, in fase di piena, penetra nel locale sotterraneo della centrale, ove sono stoccate le scorie radioattive e, ritirandosi, si trascina dietro nel fiume, nella campagna e nel mare più di un milione di litri di acqua contaminata dai radionuclidi presenti nel locale e provenienti dal sistema di purificazione delle acque dal reattore. La notizia è tratta dali atti processuali relativi al procedimento penale a carico del dirigente della centrale
Ma finitela, i giornalisti hanno certamente sbagliato a non controllare le fonti, ma internet è piena di notizie false ancora peggiori. E le centrali nucleari sono pericolose e basta!!! Ha ragione Luca.
Anna.
Luca ed Anna non meritano risposta da parte mia perchè affermazioni apodittiche come le loro non vogliono repliche. Del resto, “a lavare la testa al mulo si perde l’acqua e il sapone”.
Antonio invece ha citato un libro (che non conosco), quindi è l’unico ad aver citato una fonte. Gliene riconosco il merito. Salvo poi credere che il nucleare mi faccia entrare soldi in tasca… dai, ha almeno dimostrato di possedere doti umoristiche.
Buona lettura a chi è capace di comprendere…
http://www.ilpost.it/amedeobalbi/2013/04/17/la-dittatura-dellincompetenza/
Le consiglio la stessa lettura ma con una maggiore attenzione e un po’ più di umiltà . Ne trarrà utili spunti riflessivi. Del resto, le ricordo che io mi sono scusato per un errore. E’ lei il saccente.
Er. Am.
Ecco un articolo scientifico (peer reviewed) interessante da leggere: http://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=8806583&fulltextType=RA&fileId=S0033845105011178.
Buona serata a tutti.