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Ilva di Patrica prossima alla chiusura, Fardelli: “Fermiamo il fuggi fuggi delle multinazionali”

La vertenza Ilva di Patrica è riesplosa. I 67 dipendenti vivono ormai da mesi una situazione di allarme e oggi hanno manifestato davanti ai cancelli dell’azienda. Sulla questione è intervenuto il consigliere regionale Marino Fardelli che subito ci sintetizza: “Già nel 2012 ai dipendenti della Ilva era stato prospettato un ridimensionamento dell’azienda. In questi giorni addirittura si parla di cessazione di attività. Eppure parliamo di 67 dipendenti su un indotto di 15.000. L’azienda poteva resistere”. Ed infatti nello scorso mese di novembre si viveva in uno stato di allarme per il paventato ridimensionamento a officina per carpenteria leggera a disposizione dello stabilimento di Taranto. In quella occasione si è prospettato il progetto secondo il quale le linee produttive sarebbero state messe a disposizione dello stabilimento di Novi Ligure. “Non possiamo permetterci il rischio di altri settanta posti di lavoro circa – ha tuonato l’on. Marino Fardelli – Le vertenze che stanno decimando le aziende in provincia di Frosinone, hanno bisogno immediatamente di risposte, di interventi”. Il consigliere regionale Fardelli si riferisce oltre alla Ilva, anche alla Vdc di Anagni e a tutte quelle realtà industriali che in questi mesi stanno mettendo alle strette centinaia di lavoratori. “Esprimo solidarietà ai dipendenti della Ilva e seria preoccupazione per quanto sta avvenendo in provincia di Frosinone. Tutte le questioni aperte sono al centro della mia attenzione e per esse sto chiedendo alla Regione Lazio un immediato intervento. La verità è che le multinazionali stanno abbandonando la provincia di Frosinone. Un fuggi fuggi che deve essere fermato”. Infatti, il consigliere Fardelli, a seguito della manifestazione e delle decisioni delle organizzazioni sindacali, è pronto per una interrogazione al Presidente Zingaretti. “Bisogna che l’attenzione resti alta così come lo stato di allarme su Ilva, Vdc, Marangoni, Compositi e su tutte quelle aziende che rischiano la chiusura”.

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