Conferenza stampa, questa mattina in procura a Lanciano per parlare di confisca. La procura frentana diretta dal procuratore capo Francesco Menditto si conferma intenzionata a colpire il malaffare nel portafogli. Dopo l’ok della Cassazione, per arginare le attività criminali utilizzando le norme sul codice della mafia, ha ottenuto il sequestro di beni per un valore di mercato di un milione e 700 mila euro relativamente a due inchieste che hanno portato all’arresto di 8 persone. A rimanerne colpiti sono stati i vertici delle organizzazioni mietute nel corso delle due indagini. Nel primo caso, truffa e usura, a Felice Di Fazio, 54 anni, originario di Frisa e residente a Lanciano, intermediario commerciale, arrestato il 28 novembre 2011, è stata applicata la misura di prevenzione di sorveglianza speciale per 3 anni e il sequestro di 5 appartamenti, 2 sul Corso di Lanciano e 3 a S. Maria Imbaro, 3 terreni, a Frisa e S. Vito, garage, magazzino e 8 auto, valore di mercato prossimo al milione e mezzo di euro. L’altro caso riguarda l’indagine sui falsi ecoincentivi e truffa da 800 mila euro, tra cui 600 mila alla Fiat, 85 mila allo Stato e altrettanti ad altre case automobilistiche, che il 19 luglio 2010 portò a sei arresti; il tribunale ha infatti sequestrato a Angelo Domenico Ucci, 47 anni, di Lanciano, titolare della concessionaria plurimarca Anxauto, un terreno e una Ferrari, valore 200 mila euro, per garantire il credito allo Stato. Nominato un custode giudiziario dei beni sequestrati che, se confermati ad esito processuale, finiranno allo Stato quindi ai comuni per fini sociali. Le indagini patrimoniali sono state dirette da Fabio Santone, comandante provinciale della Polstrada di Chieti, Katia Basilico, dirigente del Commissariato di Lanciano, e la squadra di pg di polizia presso la procura.
Foto Andrea Colacioppo