Ptrizia Danella striglia il panorama politico locale, in particolare i sindaci del territorio che si dimostrano miopi e inefficaci contro le pressioni che arrivano da Roma.
“Da qualche tempo – scrive in una nota – nella nostra provincia si parla solo di rifiuti, dei risvolti legati alla loro gestione e delle possibili conseguenze sul nostro territorio. Si parla di conferimento di rifiuti da Roma, della discarica, del pull di tecnici per l’individuazioni di possibili criticità , dell’istituzione generalizzata nei comuni della raccolta differenziata. Tuttavia alcuni problemi emergono con evidenza. In primis una debolezza congenita di una classe politica locale che non riesce ad imporsi sui dictat di Roma e l’indicativa scarsa partecipazione dei sindaci del territorio. E’ inaccettabile che su 91 comuni ci siano sempre i soliti cinque o sei sindaci. La gestione dei rifiuti non è problema solo del sud della Provincia. Riguarda tutti. E ad una politica debole fanno eco una serie di ‘anomalie’: la confusione dei tavoli tecnici dal sapore politico, ma pronti a tentare di escludere rappresentanti politici e a generare “disguidi†nella convocazione dei comitati, alla mancata verbalizzazione degli incontri quasi non si volesse lasciare traccia di quanto detto, ai comportamenti altalenanti di chi rischia nel contempo di essere controllore e controllato. E queste ‘anomalie’ lasciano aperti interrogativi ben più importanti. Quando verranno assegnate alla SAF le risorse per il trattamento dei rifiuti e come verranno utilizzate? Se il CDR viene spedito nell’impianto frusinate di San Vittore, che fine fanno i rifiuti trattati una volta chiusa Malagrotta? E ancora, sarà produttivo fino a quella data, continuare a spendere pubblico denaro per scarrozzare RSU in giro per la Regione o si troveranno soluzioni più economiche? Ma sulla salute non si ragiona in termini di economia, si ragiona in termini di diritti, di pari opportunità e di dati reali. E’ improduttivo e inefficace opporsi in modo generico alla calata dei rifiuti dalla capitale. Occorre far riferimento a dati oggettivi epidemiologici e di impatto ambientale per decidere la soluzione migliore per il nostro territorio. Bene hanno fatto i comitati a insistere sul monitoraggio dei luoghi, sull’individuazione una volta per tutte della causa vera degli odori nauseabondi e sulla incidenza sulla nostra salute. Sarebbe ora di pretendere tutti insieme una risposta che non sia la solita generica e laconica presa per il fondelli fatta ad un territorio che non ne può più di continuare ad essere terra di conquista. Sono certa che la nuova Regione saprà dare risposte concrete alla nostra terra. La politica locale però deve avere la forza, al di là degli schieramenti e dei ruoli, di costruire un percorso unitario di difesa dei cittadini a cominciare dalla raccolta differenziata ancora non attiva in troppi comuni. Solo così saremo credibili e utili al bene comune”.