Questa mattina, gli agenti della polizia stradale di Frosinone comandati dal vice questore aggiunto Giovanni Consoli, hanno eseguito un’operazione di polizia giudiziaria che ha posto fine all’attività di rimozione delle autovetture parcheggiate irregolarmente all’interno del complesso ospedaliero del capuoluogo. Cinque persone sono state denunciate per violenza privata ed estorsione e, su ordine dell’autorita’ giudiziaria di Frosinone, sono stati sequestrati i due carri attrezzi utilizzati per la rimozione, e le ganasce con le quali veniva applicato il blocco delle autovetture. I primi episodi si sono verificati nei primi giorni del mese di aprile quando la A.s.l. di Frosinone ha stipulato un contratto con una società privata per provvedere alla rimozione delle autovetture che, accedendo al complesso ospedaliero, venivano lasciate in sosta irregolare lungo le strade antistanti l’ingresso principale dell’ospedale Spaziani. In realtà sono state proprio le modalità con cui veniva realizzato il servizio di rimozione ed il blocco delle autovetture che hanno scatenato il malcontento dei cittadini che protestavano per tale iniziativa. Gli accertamenti compiuti dalla polizia stradale hanno, infatti, evidenziato che la rimozione o il blocco dei veicoli veniva eseguita dai dipendenti della società privata incaricata dall’Asl ma senza la necessaria presenza di un pubblico ufficiale che provvedesse a sanzionare la sosta vietata disponendo quindi l’applicazione della sanzione accessoria sul veicolo. La prima denuncia, raccolta casualmente da una pattuglia della sottosezione autostradale di Frosinone di passaggio all’interno dell’ospedale, ha dato il via ad una serie di verifiche, a seguito delle quali sono state raccolte decine di denunce relative a blocchi e rimozioni di autovetture eseguiti senza le previste garanzie di legge. La procedura adottata prevedeva che un addetto della A.s.l. segnalasse alla ditta i veicoli da rimuovere, ma soprattutto da bloccare con ganasce. Per ottenere la restituzione e lo sblocco del veicolo le persone erano costrette a versare la somma di 94.38 euro direttamente nelle mani dell’incaricato della ditta, altrimenti il veicolo non veniva liberato o restituito. Il tutto senza la redazione di un verbale di contravvenzione così come il codice della strada prevede. Infatti la rimozione o il blocco del veicolo costituisce la sanzione accessoria all’infrazione principale del divieto di sosta e può essere disposta solo dalle forze di polizia. Nel corso dell’indagine e’ stato inoltre riscontrato che la segnaletica per il divieto di sosta apposta nei viali dell’ospedale era incoerente e difforme da quella regolamentare prevista dal codice della strada, ed in alcuni casi totalmente assente.