Accomunati da una passione che potrebbe apparire pericolosa e che invece è addirittura ecocompatibile. Nasce con la voglia di condividere allegre partite all’aria aperta l’associazione Briganti Sampietresi che da quasi un anno si cimenta con un gioco molto particolare: niente calcio e niente tifoserie, i Briganti si vestono da militari e giocano alla guerra. Ma niente è come sembra. Il soft air è anche questo, ribalta gli stereotipi. Infatti ad animare la squadra sampietrese non sono soldati di professione che nel tempo libero simulano quello che fanno di lavoro, ma ragazzi più o meno giovani che giocano e si divertono incontrando sul campo di battaglia altre squadre dai nomi non meno minacciosi come i Dragoni Neri e i Diavoli Verdi. Quasi ogni domenica, con qualunque condizione atmosferica, i ragazzi scendono in battaglia indossando armi (repliche) e divise che sono la copia quasi perfetta di quelle utilizzate dagli eserciti mondiali dalla prima guerra mondiale agli anni ’60. Il gioco come ha spiegato Oreste Masella, presidente dei Briganti Sampietresi, è soprattutto un modo per stare insieme ed è basato sulla lealtà . Ogni partita durante la quale si sparano pallini biodegradabili finisce con un pranzo tutti insieme sia la squadra che ha vinto che quella che ha perso perché in questo gioco vince soprattutto l’amicizia e la voglia di stare insieme. Ma Briganti Sampietresi come ha detto il vice presidente Pasquale Gatti è anche un modo per stare insieme, giovani e meno giovani, non solo di San Pietro Infine (i Diavoli Verdi sono di Cassino e i Dragoni Neri di Velletri). Il segretario dei Briganti Sampietresi Roberto Vetrella ci ha spiegato che il gioco si svolge in attacco e in difesa dove c’è l’obj da conquistare con massimo 10 componenti della squadra in attacco e 3-4 in difesa. La guerra naturalmente finisce mangiando e bevendo tutti insieme.