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Studiosi ancora divisi, mistero sull’identità dell’Atleta di Cassino

Mistero svelato, ma  solo in parte. Sull’identità dell’Eroe o Atleta di Cassino rimane ancora qualche dubbio. Per il grande prof. Filippo Coarelli, esperto di fama mondiale, la statua, ritrovata nel 1936 negli scavi del Teatro romano di Cassino e da qui trasferita a Napoli, corrisponde al ritratto di Marco Terenzio Varrone. A sostegno di questa tesi Coarelli ha portato cinque prove, che attendono cinque prove contrarie per essere smontate.  Nel sottolineare che la statua raffigura un modello navale, Coarelli aggiunge: “Varrone ha comandato la flotta di Pompeo nel settore fra Delo e la Sicilia. E’ il primo romano che ha ottenuto la Corona Navalis prima di Agrippa; un’onoreficenza  particolare che si dava al comandante di una nave saltato per primo sulla nave nemica catturandola. Esattamente è la posizione del personaggio presentato qui. Varone – continua Coarelli – è stato a Delo, è legato  a Pompeo, è contemporaneo di Pompeo”. Continuando a tracciare l’identikit della statua   il prof. Coarelli dice ancora: “E’ un personaggio di rango senatorio. Il personaggio nudo non è un cassinate per definizione perché datato nel secondo quarto del I sec. a. C. . Ha un rapporto con Cassino ed è un patronus praefecturae, quando Cassino era una prefettura, nel 49 a.C diventerà un municipio. Il patronus  praefecturae può essere solo anteriore al 49 c. C.. Varrone possedeva una grandiosa villa a Cassino, la più imponente. Ricapitolando – dice infine – è un personaggio di rango senatorio, ha un rapporto con Cassino, è proprietario di una villa, è legato a Pompeo, è rappresentato come autore di una vittoria navale. A mio avviso, fino a prova contraria, è Varrone”.  A tale conclusione il professore è arrivato al termine del suo intervento tenuto nel convegno “Il riposo del Guerriero: la dimensione umana dello sport”:  l’evento di grande valore scientifico organizzato in occasione del rientro, dopo 77 anni, della statua l’Atleta di Cassino. L’opera, ospitata ora all’interno del Museo Nazionale Carettoni di Cassino, è stata riportata  dal Museo Nazionale di Napoli proprio in occasione dei CNU 2013. Nel corso del convegno, il conduttore televisivo e giornalista Alessandro Cecchi Paone, moderatore dei lavori, ha lanciato tra il pubblico presente nell’Aula Magna della Folcara una sorta di petizione finalizzata a dare un nome alla statua: Guerriero, Eroe, Atleta, Attore. Quale nome scegliere? Se per il prof. Coarelli la statua corrisponde a Marco Terenzio Varrone, per gli altri relatori ad un volto di uomo  maturo corrisponde il corpo di uno sportivo.  Queste le tesi sostenute da Alessandro Betori, ispettore archoelogo

presso la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, Eugenio Polito, ateneo di Cassino, e dal prof. Giovanni Capelli, il quale ha dimostrato: “Si tratta, forse, del ritratto di Marco Terenzio Varrone. La testa potrebbe essere di Varrone mentre il corpo risulta essere molto più giovane ed atletico”. Grazie alla ricostruzione delle fasce muscolari il prof. Capelli ha affermato: “Attraverso la ricostruzione delle fasce muscolari potrebbe trattarsi di un fisico di un vero atleta. Un lanciatore del disco e del giavellotto, a giudicare dalla distanza accentuata tra indice e medio”. Al convegno sono intervenuti Silvano Tanzilli, direttore del Museo Carettoni e in rppresentanza del comune di Cassino l’ass. Mario Costa.  Il rettore Ciro Attaianese nel dare inizio al convegno ha sottolineato: “Il convegno è dedicato alla statua nota come Eroe o Atleta di Cassino, una statua del primo secolo avanti Cristo, ritrovata qui a Cassino nel 1936 e rientrata a Cassino grazie alla nostra idea di farne il simbolo dei Campionati Nazionali Universitari  e alla nostra capacità di annodare con pazienza e perseveranza i fili di una sinergica collaborazione istituzionale con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei e quella per i Beni Archeologici del Lazio. Un ritorno, quello dell’Eroe o Atleta di Cassino, che dimostra in maniera tangibile come la presenza di un Ateneo in contesto territoriale possa avere un ruolo che va bel al di là delle sue mission istituzioni rappresentante dalla didattica e dalla ricerca, per diventare fattore decisivo di sviluppo e di promozione sociale e culturale”. Sempre il rettore ha continuato dicendo che il suo desiderio è quello che i cittadini, i giovani, gli studenti, le associazioni del territorio e non possano apprezzare sempre più la possibilità di ammirare la statua. L’importanza di creare una sinergia tra enti e le Sovrintendenze  cui risultati sono sotto gli occhi di tutti  è stato il tema su cui si è soffermata Teresa Elena Cinquataquattro, responsabile della Soprintendenza speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei.   

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