Tornano a sfilare nelle strade di Roma le bandiere di Cgil, Cisl e Uil. Dopo dieci anni di disgregazione e attacchi incrociati le sigle confederali hanno ritrovato l’unità nel chiedere al governo Letta atti concreti e non promesse. Due cortei hanno invaso la capitale che si sono ritrovati in piazza San Giovanni, la storica piazza di tante manifestazioni sindacali. Secondo le stime sotto il palco dove si sono susseguiti gli interventi dei segretari generali Angeletti, Bonanni e Camusso, c’erano oltre centomila manifestanti. A Roma fin dall’alba sono giunti oltre 1400 pullman arrivati da ogni angolo del Paese, ma anche 10 treni speciali, tre traghetti dalla Sardegna e cinque aerei di linea. Con lo slogan “Lavoro è democrazia” i sindacati hanno voluto chiedere interventi concreti presentando una piattaforma portata all’attenzione del governo. E le richieste sono semplici: lavoro al primo posto, patrimoniale, lotta all’evasione fiscale e azzeramento dell’Imu sulla prima casa per i lavoratori dipendenti. In pratica, il governo può togliere ai ricchi per rilanciare l’occupazione in un’Italia dove il lavoro sta diventando un’eccezione. In piazza sono arrivati da ogni parte, pensionati, metalmeccanici e lavoratori dipendenti, ma soprattutto a far sentire la loro voce sono stati i tanti giovani disoccupati e gli ex lavoratori delle aziende in dismissione come la Indesit, l’Ilva, ma anche gli operai edili e tra il corteo tanti palloncini colorati e slogan e striscioni. Compreso un quadro vivente: un gruppo di disoccupati ha dato vita al dipinto simbolo delle lotte contadine e socialiste “Il quarto stato” di Pellizza da Volpedo.
a.n.