I Carabinieri del N.A.S. di Latina hanno dato esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emesse dal GIP del Tribunale di Frosinone, D.ssa Annalisa Marzano, a carico di altrettanti dirigenti della casa farmaceutica GEYMONAT.
Gli arrestati – secondo le indagini condotte in strettissima sinergia con AIFA e I.S.S. – avrebbero prodotto e commercializzato su scala nazionale il farmaco “OZOPULMIN†(per la cura delle affezioni respiratorie) deliberatamente contraffatto e pericoloso per la salute anche di lattanti e bambini.
Nel farmaco contraffatto, i tre arrestati al posto del principio attivo inserivano una sostanza “simile†(normalmente usata per cosmetici ed integratori alimentari), farmaceuticamente inefficace, ma in grado di simularne analiticamente la presenza. Il tutto a discapito della salute dei pazienti, inconsapevoli assuntori di un farmaco completamente inidoneo allo scopo terapeutico, come giudicato dall’ I.S.S. a seguito di specifiche indagini analitiche eseguite sui campioni sequestrati.
In particolare, dalle indagini condotte dall’AIFA e dal NAS, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Frosinone – Sost. Proc. Dr. Adolfo Coletta, è emerso che gli indagati, rimasti privi del benché minimo quantitativo di principio attivo a seguito di un disaccordo commerciale con la
ditta fornitrice, per assicurare la continuità del prodotto nelle farmacie e non perdere la fetta di mercato ad opera di farmaci concorrenti, decidevano di avviare comunque la produzione dei lotti del farmaco incriminato, nella piena consapevolezza di esporre a rischi per la salute un considerevole numero di persone e di bambini, ponendo in commercio un farmaco contraffatto e inidoneo al suo scopo terapeutico, che avrebbe potuto cagionare un aggravamento delle affezioni respiratorie.
I tre arrestati, pianificando minuziosamente la “strategia†per la preordinata contraffazione, dapprima si procuravano il “sostituto†del principio attivo dalla Francia e successivamente eseguivano sul prodotto finito le analisi obbligatorie ricorrendo ad un metodo diverso da quello riconosciuto, in modo di assicurare la falsa positività . Ottenuti, quindi, gli auspicati risultati analitici favorevoli, liberavano regolarmente i farmaci sul mercato ed alteravano in ultimo i rendiconti di produzione e i dati informatici delle materie prime al fine di occultare la presenza nei farmaci del “sostituto†e far risultare fittiziamente quella del principio attivo.
Il farmaco – con scadenza marzo 2016 – fu immediatamente ritirato dal commercio con provvedimento amministrativo dell’AIFA e non è più presente nelle farmacie sin dalle prime battute dell’indagine.