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Grimaldi, l’ultimo abbraccio di Cassino al suo capitano, aperta la camera ardente

La città di Cassino ancora scossa per il terribile colpo infertole dalla sorte, sta affollando dalla 8 di questa mattina, la camera ardente in cui riposa, solo per oggi, il corpo del capitano Adolfo Grimaldi, deceduto venerdì sera a causa di un malore. Nel primo pomeriggio la salma verrà trasferita a Bracigliano, suo paese d’origine, per il funerale.
Conoscevamo l’uomo, l’ufficiale, il padre, ruoli che Adolfo, 50 anni da poco compiuti, ricopriva in modo esemplare. Una morte improvvisa, inaspettata e per certi versi assurda, come assurda può essere la morte per infarto di un uomo che prestava attenzione alla propria salute, che praticava sport con regolarità e che nutriva una profonda passione per la Juventus, la sua squadra di calcio del cuore. Lascia una moglie e tre figli, di cui uno in età scolare. Una famiglia attorno alla quale si é stretta l’intera città e l’Arma dei carabinieri.
L’Arma, quindi, l’istituzione che Grimaldi ha onorato con il suo operato fino all’ultimo. I suoi sei anni a Cassino hanno lasciato il segno. Lo commentavamo con lui nell’ultima telefonata di qualche giorno fa, quando constatavano che, seppure la difficile situazione economica portava ovunque ad un incattivimento della società, Cassino, comunque, si manteneva un territorio tranquillo, o quantomeno nei limiti accettabili di sempre, e questo non poteva prescindere dall’opera dei carabinieri che il capitano Grimaldi comandava. Anche per questo Grazie CAP.
Ermanno Amedei

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