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In Italia sessanta milioni di animali in casa. Un ragno cileno l’ultima moda. Abbandonare gli animali è un reato

Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo.

Il 12 maggio scorso si è conclusa la quindicesima edizione di Zootmark international 2013 di Bologna, la fiera internazionale dei prodotti per animali tenuti in casa. Una grande esposizione nella quale si può trovare davvero di tutto per ciò che si rivolge ad ogni tipo di animali domestici: dalle attrezzature di vario genere, dai guinzagli ai giocattoli, dalle cucce alla biancheria, dalle gabbie agli acquari. Insomma un vero e proprio mondo parallelo rispetto a quello dei “padroni” anche in termini di numeri perché in Italia la popolazione umana e quella degli animali da compagnia si assesta praticamente sulla stessa cifra, ossia circa 60 milioni, secondo i dati ufficiali dell’Assalco-Associazione nazionale delle imprese per l’alimentazione e la cura degli animali da compagnia.

La stima riguarda, ovviamente, gli animali che vivono in casa o nei giardini privati e non quelli in libertà, perché è impossibile quantificarne il numero.

Tra gli animali si fa la distinzione tra quelli convenzionali (animali d’affezione) e quelli non convenzionali (che poi sono tutti gli altri). Dei primi, i gatti superano i cani per 7,5 milioni contro 7 milioni, quasi a sorpresa anche perché per definizione il cane, almeno una volta era “il miglior amico dell’uomo”.

Degli animali non convenzionali 2 milioni sono i roditori e i lagomorfi (criceti, cavie, cani della prateria, conigli nani); 1,4 milioni i rettili (tartarughe e testuggini in genere, ma anche serpenti, lucertole e simili); 13 milioni gli uccellini di specie diverse (dai canarini ai pappagalli); 30 milioni i pesci.

Ma, rileva Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti, negli ultimi tempi sembra stia prendendo sempre più piede la moda di allevare ragni. Una specie in particolare, la tarantola rose cilena, è quella più gettonata ed esportata in tutto il mondo. Per venti euro e una dieta composta principalmente di scarafaggi e vermi vivi una volta alla settimana, la tarantola del Cile sta diventando un animale domestico per tutti. Ed anche per lungo tempo, perché la femmina può vivere fino a 25 anni.

Di questo tozzo e peloso, ma innocuo, ragno nonostante i suoi quindici centimetri di diametro, ne vengono esportati migliaia di esemplari ogni anno che sono trasportati per via aerea in contenitori di plastica di piccole dimensioni e dotate di un certificato ufficiale.

Poveri animaletti, ma si pone sempre il solito problema se l’italiano “medio” sia in grado di accudire vita natural durante anche gli aracnidi o se sia solo una delle moda del momento e che appena ci si stufa li si libera nel primo parco comunale, in un boschetto o in aperta campagna. E l’estate, purtroppo ciclicamente si ripresenta come un momento topico di abbandoni.

Ancora una volta siamo a ricordare che non solo chi maltratta gli animali ma anche chi li abbandona rischia sanzioni penali pesanti. In base alla Legge 189/04, infatti, si può essere puniti con l’arresto fino a un anno o con un’ammenda sino a 10.000 euro.

Ed allora, si tratta di una questione di civiltà per fermare la prassi degli abbandoni: chi assiste a un caso di abbandono deve far sentire la propria voce e denunciare alle autorità giudiziarie (Carabinieri, Polizia di Stato, Corpo Forestale, Polizie locali) i colpevoli di tali atti, segnalando tutti gli elementi necessari ad individuare i responsabili. Se l’animale viene lasciato da un auto anche il numero di targa può essere un elemento importante per l’identificazione del colpevole.

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