La terra di San Benedetto “apre” al culto dell’Islam. Un centro di preghiera e per la promozione della cultura islamica verrà inaugurato domenica pomeriggio in via Virgilio a Cassino dall’associazione della cultura islamica “La Luce”. Alla manifestazione sono state invitate tutte le istituzioni politiche provinciali, ma anche il reggente dell’abbazia di Montecassino. “Tra i nostri obiettivi – ha dichiarato il presidente dell’associazione che, per ironia della sorte, porta un cognome caro alla cristianità , Massimiliano Evangelista, cassinate 41enne, convertito all’Islam nel 2004 – c’é quello di favorire il dialogo interreligioso e in particolare con il culto cattolico con cui condividiamo tante cose. Vogliamo far conoscere cosa é l’Islam, e raccontare ciò che non é, sfatando gli stereotipi creati, talvolta, dai media occidentali”. Sono circa 400 i fedeli della religione islamica nel cassinate. “Vogliamo un posto dove, tra l’altro, poter pregare insieme perché ogni individuo dovrebbe avere il diritto di praticare il proprio credo religioso. A Cassino esiste una nutrita comunità marocchina, ma ci sono anche egiziani e alcune famiglie libanesi, palestinesi e del Bangladesh, gente con la stessa fede ma che non si conoscono. Non abbiamo avuto difficoltá ad ottenere le necessarie autorizzazioni, anche perché la città martire ha già più volte dimostrato aperture all’integrazione culturale tra i popoli”. Cosa dire a coloro che temono che centri di questo genere possano essere punti di ritrovo per estremisti? “É un rischio che non esiste – dichiara Evangelista – all’associazione si aderisce presentando una richiesta al direttivo che non é assolutamente disposto ad accettare le richieste di individui pericolosi. Quello che andiamo a fare é un centro aggregativo per persone che hanno la stessa fede religiosa e che serva a far conoscere cosa in realtà é l’Islam al di la delle false idee, e vivere la nostra fede liberamente senza volerla imporre a nessuno, tra l’altr, – conclude Evangelista – il Corano non ci obbliga a fare proseliti”.
Ermanno Amedei