Raccolta firme a Cassino per ottenere la restituzione ai cittadini della gestione dell’acqua
3 Luglio 2013Entra nel vivo la raccolta firme per ottenere la restituzione ai cittadini della gestione del bene pubblico per eccellenza, L’ACQUA.
Non è bastato una campagna referendaria per affidare o restituire la gestione dell’acqua in mano pubblica; scendono in campo le associazioni presenti sul territorio del cassinate, almeno per una volta unite nel raggiungimento di un obiettivo comune.
La speranza che si possa raggiungere una forte consapevolezza che la fusione di idee e di interessi convergenti rappresenti un elemento di forza spendibile anche nei confronti di coloro i quali sono portatori di “interessi forti” che però si allontano dai veri interessi della popolazione.
L’interesse fortissimo è dimostrato dalla strepitosa adesione avuta nella raccolta firme; in pochi giorni ne sono state raccolte più di 1.500, che stanno a rappresentare l’insoddisfazione della gestione del servizio affidato in concessione all’ACEA, che nella articolazione provinciale di Frosinone si chiama ATO 5 (per la provincia di Frosinone).
Numerose sono le proteste per i disservizi frequenti, per le difficoltà di ottenere con celerità riparazioni ai guasti che si verificano nella rete pubblica, per non parlare delle esose bollette che unitamente agli altri tributi locali (per non parlare delle altre imposte) rappresentano un ulteriore elemento di preoccupazione per la quadratura del bilancio delle famiglie.
Paradossalmente la crisi che viviamo costituisce un elemento che consente di aumentare il livello di sensibilità della cittadinanza alla quale però si chiede di diventare parte sempre più attiva per colmare lacune che sono insite nello sviluppo ordinario della vita politica di tutti i giorni, caratterizzata da una vera e propria crisi di costume.
Si chiede a tutti di divulgare la conoscenza del tema ACQUA per cercare di ottenere il maggior numero possibile di firme. Così da costituire un forte gruppo di pressione per ottenere lo scioglimento dal vincolo contrattuale che lega attualmente l’Amministrazione Comunale con l’ACEA; scioglimento che si giustifica sia per caratteri morali della vicenda sia per le vere e proprie inadempienze contrattuali (non tutti sanno, forse, che il contratto di concessione prevede anche la manutenzione della rete esistente e che le perdite di acqua in rete raggiungono anche il 70%, sia quelle visibili che quelle sotterranee). Tali perdite ed i conseguenti cali di pressione non consentono a tutte le famiglie del territorio del cassinate di avere acqua corrente in casa, con la naturale conseguenza di essere costretti a dotarsi di serbatoi e motorini per il pompaggio dell’acqua, come avviene da anni nei comuni della Valle dei Santi, ma anche in zone periferiche del Comune di Cassino, il tutto con ulteriore aggravio di costi e deterioramento ambientale (sia in termini di purezza dell’acqua che in termini di penalizzazione dei consumi energetici). Come dire oltre al danno la beffa!!!
Bruno Della Corte . Guardie Ambientali d’Italia