“La seconda guerra mondiale colma il sottosuolo del cassinate e dintorni di ordigni bellici inesplosi: bombe d’aereo da 250, 500, 1000 lb. Bombe da mortaio, a mano, granate di piccolo, medio e grande calibro: esplodenti, a frattura prestabilita, fumogene”. Scrive in una nota Giovanni Lafirenze, espertonel settore delle bonifiche da ordigni. “Non solo, mine antiuomo, anticarro, eccetera, eccetera. Una grande quantità di queste munizioni non esplode, restando fino ai nostri tempi malignamente interrate bombe d’aereo e grossi calibri a profondità maggiori, medi e piccoli calibri a profondità minori. Baionette, bombe a mano, mine e quant’altro quasi in superficie. Nel dopo guerra numerosi sono stati feriti da questi residuati, ma occorre non dimenticare che questi oggetti del passato ancora oggi sono in grado di produrre, nel migliore dei casi terribili “traumi da scoppioâ€, ultimi esempi in ordine di tempo (2013) i tre ragazzi della Val di Susa feriti da una bomba a mano mentre raccolgono patate. Il giovane di Aprilia, sempre con una bomba a mano, il ragazzo di Treviso colpito da un Panzerfaust. Altri esempi – continua il cercatore di bombe – i numerosi incendi che a causa dell’elevato fattore termico prodotto dalle fiamme incentivano le detonazioni dei residuati bellici ancora nascosti nel sottosuolo. Ovviamente tutto ciò aumenta a dismisura il rischio per i Vigili del Fuoco intenti a domare un incendio. Cassino, Montecassino, San Pietro Infine, Venafro, Tollo, Ortona, ed ogni paese inserito nelle numerose linee difensive tedesche sono tutti a codice rosso, anzi più che rosso. Per logica dovrebbero bonificare queste aree tanto infestate, ahimé non accade, sia per non voler considerare il problema, sia per mancanza di fondi. Eppure in altre località italiane la bonifica bellica è già da tempo obbligatoria per ogni lavoro edile, inspiegabilmente a Cassino no.
per l’area di Cassino e dintorni potrebbe essere di superficie, vale a dire, individuare, localizzare, mettere in luce tutto il materiale ferroso (compreso schegge) presente nel primo metro di terra. Certo un lavoro titanico in tempi di crisi economica, ma se fatto per gradi potremmo mutare il futuro di questa esplosiva discarica bellica che è il nostro paese”.