Italia colonia tedesca ed Europa come Troia
16 Agosto 2013di Max Latempa
Dopo sei trimestri negativi il PIL europeo, frutto della sommatoria di quelli degli stati membri, ha fatto registrare un segno positivo: +0,3%.
Un dato irrisorio che, secondo i vecchi manuali di economia, rappresenterebbe comunque recessione.
Ma tanto è bastato per far passare la notizia che ormai l’Europa si è avviata verso l’ uscita del tunnel, che la Germania è tornata ad essere locomotiva (0,7 contro il + 4 degli Usa) , che lo spread sta calando ed altre balle simili, buone solo per tenere momentaneamente tranquillo l’enorme popolo dei disperati che così continuerà a credere che qualcuno si stia impegnando per risolvere il problema.
In realtà l’ autunno sarà molto caldo e questo misero 0,3% è nulla rispetto alle aspettative della gente.
Consideriamo poi che l’ Italia è sempre in profondo rosso e non ha partecipato, se non negativamente al saldo del PIL europeo. Quindi qui non c’è proprio nulla di cui rallegrarsi.
Del resto il governo italiano ha partorito in 5 mesi solo un ridicolo Decreto del Fare in cui l’elemento di spicco è segnato dal fatto che forse alcune imprese riusciranno ad avere una parte dei crediti vantati da anni nei confronti di uno Stato, ad oggi, legalmente impignorabile.
Nonostante lo sfacelo generale, la politica italiana non produce nulla di concreto e così tutte le speranze degli italiani sono rivolte al fatto che la Germania traini, oltre che sè stessa e mezza Europa dell’ Est, anche l’ Italia.
A questo punto, quando a settembre si voterà in Germania, gli elettori italiani potrebbero chiedere di votare anche loro per i candidati tedeschi, visto che il futuro del Belpaese sembra ormai dipendere quasi esclusivamente da Berlino. E molti storici dovrebbero iniziare a chiedersi se è valsa veramente la pena combattere sul Piave.
Però anche puntare sui cavalli tedeschi, seppur nettamente più abili dei ronzini italiani (anzi quelli italiani assomigliano più a maiali che a cavalli malandati) non risolverebbe la situazione.
Si tratta di cavalli drogati, abituati a correre e vincere solo per il proprietario, per fare solo soldi per chi li tiene in vita, insomma.
La classe politica europea è alla frutta. E di politico non ha proprio niente.
Jean Paul Fitoussi è un economista francese abituato a sedere nei salotti buoni ma troppo scomodo per essere ascoltato. E’ come un soprammobile, bello da mostrare ma praticamente inutile.
Sono venti anni che Fitoussi scrive libri in cui preannuncia la catastrofe delle politiche economiche europee. Il rigore dei conti pubblici genera disoccupazione, disagio sociale, perdita di democrazia e di sovranità , avvento della tirannia finanziaria. L’ Europa è vista da tutti come un dittatore benevolo, a cui affidare, senza pensarci, il proprio futuro, dimenticandosi della propria libertà .
Come Cassandra, è rimasto inascoltato. E Troia cadde.