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LIBRO – “IL SOCCOMBENTE”, di Thomas Bernhard

(Recensione di Francesco Anania)

La solitudine dei non numeri primi. “Cogliamo sempre nel segno, dicevo a Wertheimer, pensa, quando diciamo che questo o quell’uomo è un’infelice, mentre non cogliamo mai nel segno quando diciamo che questo o quello è un uomo felice” – Thomas Bernhard – Il Soccombente – 1983
E’ un monologo questo libro. Senza Capitolo. Senza fondo. Un unico spessore sottile come il ghiaccio che separa la vita assurda ed infelice di 2 allievi di Horowitz.
Ma quando ti imbatti in un genio, davanti alla stanza 33, mentre esegue un’aria delle “Variazioni Goldberg”, si scatena l’inferno in te. Non si sopravvive. Che fai, allora? Continui a suonare o no?
Il libro racconta il suicidio di un compagno di Glenn Gould e dell’abbandono del caro Steinway da parte dell’altro.
Insomma, la vita, l’arte, il perdersi, la resa. Il soccombere.

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