Una base imponibile di oltre 27 milioni di euro recuperata a tassazione: è il risultato di una verifica fiscale eseguita dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Sora nei confronti di un’azienda operante nella commercializzazione di beni.
Le operazioni ispettive sono state intraprese nel mese di maggio di quest’anno ed hanno riguardato una società con sede legale a Roma ma operante in territorio sorano, la quale operava prevalentemente con imprese non residenti in Italia.
L’esame della documentazione contabile ed extra – contabile reperita presso la sede aziendale ha consentito di rilevare che la maggior parte delle materie prime oggetto di commercializzazione, per importi di assoluto rilievo, proveniva da soggetti economici aventi sede in Paesi a fiscalità privilegiata (così detti “paradisi fiscaliâ€).
In questi casi scattano norme antielusive che obbligano l’impresa a fornire elementi tali da poter definire certe ed effettive le operazioni commerciali dichiarate. Nel caso di specie, tali elementi di certezza non sono stati forniti ai finanzieri operanti, per cui si è proceduto a segnalare alla competente Agenzia delle Entrate il recupero a tassazione di una base imponibile, riferita agli anni 2008, 2009, 2010 e 2011, di oltre 23 milioni di euro.
Inoltre, dall’esame della documentazione reperita presso la sede aziendale e dai successivi riscontri, è stata ricostruita la cessione di beni in violazione agli obblighi di fatturazione e di dichiarazione per un ammontare complessivo di circa 4 milioni di euro.
Al termine delle attività ispettive i responsabili della società – due cittadini italiani residenti a Sora – sono stati deferiti alla competente Autorità Giudiziaria per la violazione di cui all’art. 4 del D.Lgs. 74/2000 “Presentazione della dichiarazione infedele “ e rischiano la pena della reclusione da uno a cinque anni.