Da Giovanni D’Agata riceviamo e pubblichiamo:
Psoriasi, un vero e proprio tormento per le “vittime”. Spesso, per questa diffusa malattia della pelle vi sono trattamenti efficaci – ma in moltissimi casi risulta non curabile. Ora però ci sarebbe una speranza: attraverso test sui topi, i ricercatori hanno identificato una possibile causa della malattia.
Nella sola Italia, 34.000 persone ogni anno si ammalano di psoriasi. Questa patologia è una delle più comuni malattie infiammatorie della pelle nel mondo occidentale. Gli esperti stanno ancora cercando la causa. E i ricercatori del Cancer Research Center tedesco (DKFZ) e Heidelberg University hanno ora scoperto che una molecola mancante nei topi causa sintomi simili come nella psoriasi. Nel loro studio, i ricercatori si sono concentrati sul “segnale Wnt”. Questo gioca un ruolo importante durante lo sviluppo embrionale negli esseri umani e negli animali, ma anche nella crescita dei tumori. Ai topi utilizzati in questo studio mancava una certa proteina che aiutava normalmente le molecole “Wnt” a passare dalle cellule, e, per esempio, a portare alla produzione di
neurotrasmettitori, o guidare la crescita cellulare. Le nuove scoperte effettuate dai centri teutoivi permettono di comprendere la malattia. Inoltre, i ricercatori hanno osservato sintomi simil-psoriasiche nei topi. La pelle si infiamma, nuovi vasi sanguigni sorgono, le cellule della pelle proliferano e formano quell’odiosa malattia che conosciamo. La pelle dei topi contenevano meno cellule di un determinato tipo. Queste sono le cellule immunitarie speciali che normalmente combattono gli intrusi a prevenire l’infiammazione. Secondo i ricercatori fornisce nuove intuizioni, la capacità di comprendere i complessi processi delle malattie infiammatorie della pelle. Le persone colpite soffrono di pelle secca, sensibile e cadente. Predisposizione genetica, fattori ambientali e uno squilibrio nel sistema immunitario sono coinvolti in questa malattia assai complessa. La funzione della pelle come barriera naturale contro patogeni stimoli fisici, chimici e si perde gradualmente. Questo alla fine porta a infiammazioni, reazioni autoimmuni o infezioni croniche.Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Dirittiâ€, tale ricerca può accendere la speranza di
migliaia di cittadini colpiti da tale patologia che purtroppo sono nell’incertezza di cure non sempre definitive. É ovvio che sarà importante capire cosa accadrà quando i risultati dello studio verranno
estesi sull’uomo ma é necessario un incremento ed un’accelerazione delle indagini scientifiche per trovare una soluzione certa a questa diffusissima patologia.