Quando succede che un genitore, o una persona cara, con cui si era instaurato un rapporto contrastato, viene improvvisamente a mancare senza che le antiche incomprensioni si siano in qualche modo risolte, il tormento che accompagnerà chi resta potrebbe diventare insostenibile, schiacciante. È il calco all’interno del quale Palma Lavecchia ha scritto il suo primo libro dal titolo “Parliamone ancoraâ€.
Il testo eviscera sentimenti latenti e quelli più palesi, gli ostacoli posti dall’orgoglio e la voglia di liberarsi da certi complicati condizionamenti.”Parliamone ancora” porta dentro sé un messaggio positivo, rivolto a quanti, a diverso titolo ed in un diversissimo modo, vivono situazioni analoghe di tensioni familiari. Lo fa afferrando il lettore e trascinandolo dentro la storia, lasciando che si immedesimi in certi sentimenti, in certe situazioni, che entri in empatia con personaggi e le loro vicende e che, alla fine, arrivi a realizzare la complessità di certe dinamiche, mai imputabili solo a una o all’altra delle due figure genitore-figlio, e che per essere superate urge che entrambi decidano di intraprendere un percorso, complicato ma totalmente appagante.
Particolarmente curata, nel libro, l’immagine di copertina, realizzata da Rosaria Nastro e intitolata “L’attesa†e realizzata con pastelli, carboncino, acquerelli e gocce di caffè su carta, raffigura una ragazza alla finestra. Infatti, quella di Emma, la protagonista, alla finestra è un’immagine che ritornerà in più punti del romanzo. Lei si incolla alla finestra ogni volta in cui sua madre va via; eppure, tra Emma e sua madre il rapporto è fortemente contrastato. Allora, quella finestra segna la dipendenza che si crea con certe figure a noi affettivamente più vicine, ma effettivamente più lontane. Una dipendenza ai limiti del patologico, che ci fa sperare che se ne vadano via quando ci sono accanto e ci tiene con il naso incollato ad un vetro, in attesa che tornino, ogni volta in cui, poi, veramente se ne vanno. Ecco perché il disegno riproduce un riverbero di finestre: sono tutte quelle a cui Emma è rimasta incollata nel corso degli anni, ad aspettare che sua madre tornasse da lei. Le lettere, quelle disegnate nel cielo, sono le parole silenziose, sono i pensieri che Emma non avrebbe mai ammesso neppure a se stessa: la speranza di un ritorno, di un recupero, di una riconciliazione. Però, quello stesso cielo è tinto di bei colori, a significare che quell’attesa, prima o poi, potrebbe rivelarsi non del tutto vana.
“Parliamone ancoraâ€, Edizioni C’Era Una Volta sarà presentato a Barletta il 22 novembre, città natale dell’autrice nel giorno della data di nascita di sua figlia. Il manoscritto, vanta il patrocinio del Comune di Cassino, dove l’autrice ha lavorato e risiede, ed anche quelli del Consiglio Regionale del Lazio, Presidenza dell’Assemblea Capitolina, Provincia di Latina, Comune di Barletta, Comune di Montella, Comune di Lanciano, Comune di Gaeta- nonché il prestigio di una prefazione curata dello psichiatra Prof. Alessandro Meluzzi e una introduzione dello sceneggiatore Ciro Scalera.
Per seguire luoghi e date delle prossime presentazioni, tra cui ve ne sarà certamente anche una a Cassino entro fine anno, basta collegarsi al sito www.palmalavecchia.wordpress.com.
Nello stesso sito, all’interno della pagina “Promozioni sull’acquistoâ€, sono indicate le modalità per prenotare una copia ad un prezzo scontato e facendo, eventualmente, richiesta di dedica dell’Autore. La promozione terminerà il 28 ottobre.
Biografia dell’Autore. Palma Lavecchia è nata il 9 novembre del 1974 a Barletta, città che lascerà per intraprendere gli studi universitari in Architettura, prima a Pescara e poi a Roma, dove, nel 2003, si laurea in Restauro Architettonico. Nello stesso anno, però, avendo superato il concorso nell’Arma dei Carabinieri, sceglie di arruolarsi, abbandonando definitivamente la carriera fino ad allora intrapresa. Dopo diversi incarichi nel Lazio – tra cui Cassino – e dell’Abruzzo, da settembre 2012 Palma vive a Gaeta, dove, unica donna, coordina e dirige circa trenta uomini. Il ruolo più impegnativo resta, però, quello di madre di due bambini, di appena 2 e 3 anni, totalmente “insubordinati” e refrattari ad ogni tipo di ordine.
Biografia di Rosaria Nastro. Nasce a Castellammare di Stabia il 28 ottobre del 1987. Si laurea in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli.Dipinge su qualsiasi superficie,crea e ricicla qualunque cosa le capiti tra le mani,dà forma anche ad una macchia di caffè, che abitualmente le prepara suo marito,vede l’arte come strumento per raggiungere i cuori,crede nei perché, nei come, in ciò che non si vede ma è Essenziale.