Ha pagato 2 euro e 60 centesimi per ogni riccio di mare pescato, senza, però, portarseli a casa. E’ l’amaro e giusto epilogo della battuta di pesca di un pugliese arrivato sulle coste laziali per far man bassa degli spinosi ma prelibati (per quelli a cui piacciono) ricci.
Gli uomini della Capitaneria di porto di Civitavecchia, hanno effettuato un sequestro di 1500 ricci di mare nella zona di Santa Marinella (RM) – lungomare Marconi, meta più volte scelta dai pescatori di frodo della zona laziale e non solo.
L’operazione è stata portata a termine dal nucleo della polizia marittima della Capitaneria, a seguito di un attività di indagine effettuata nei giorni precedenti all’attività di accertamento dell’illecito.
Il contravventore, di origini pugliesi, è stato punito, a norma di legge, con una sanzione amministrativa di 4.000 euro (2,6 euro per ogni riccio), oltre al sequestro degli attrezzi utilizzati (una bombola con erogatore, maschera, pinne, una torcia ed un retino) per la pesca dei 1500 ricci, rigettati in mare in quanto ancora in vita.
Anche in questo caso, la tecnica utilizzata da tali pescatori di frodo è stata quella, ormai nota al personale di Civitavecchia, che prevede la presenza di una persona, cosiddetto “paloâ€, che ha il compito di controllare l’eventuale arrivo delle forze dell’Ordine, mentre il pescatore raccoglie indisturbato gli echinodermi con attrezzature non consentite.
Gli uomini, appostati in abiti borghesi, hanno quindi atteso che il sub finisse la battuta di pesca per poi sorprenderlo mentre caricava le ceste contenenti i ricci raccolti all’interno della propria autovettura.
Tale operazione ha permesso, pertanto, di tutelare in modo preventivo i consumatori, destinatari di detti ricci che, qualora non sequestrati, sarebbero stati trasportati in modo difforme dalle vigenti normative igienico – sanitarie, nonché di contrastare il dilagante fenomeno della pesca indiscriminata degli echinodermi, che costituisce una nota minaccia al delicato ecosistema marino del nostro mare.
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