Si è chiusa l’operazione “case fantasma†con l’attribuzione a 96.541 unità immobiliari non censite nella base-dati catastale di una rendita complessiva di oltre 86 milioni di euro. L’operazione di regolarizzazione delle case sconosciute al Catasto è stata realizzata grazie all’incrocio delle mappe catastali con le immagini aeree rese disponibili dall’Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura), per “avvistare†così i fabbricati presenti sul territorio ma non nelle banche dati catastali.
Rendite catastali presunte per più di 28 milioni di euro – Degli 86 milioni di euro di rendite accertate, sono 28 milioni di euro le rendite presunte, cioè quelle relative a immobili non accatastati volontariamente alla data del 30 novembre 2012 e attribuite d’ufficio sulla base di precisi parametri e sopralluoghi esterni. Sono invece 58 milioni di euro le rendite definitive, cioè attribuite dopo che gli interessati hanno provveduto spontaneamente a presentare gli atti di aggiornamento del Catasto.
Le “case fantasma†per provincia – Delle 96.541 unità immobiliari emerse nel Lazio, il 40% riguarda la provincia di Roma, con una rendita catastale accertata di oltre 32 milioni di euro. Dalla lettura della tabella spicca il dato relativo alla provincia di Frosinone: a fronte di 15.136 unità immobiliari emerse la rendita catastale complessiva accertata ammonta a quasi 30 milioni di euro. In particolare, influiscono gli oltre 26 milioni di euro di rendita catastale definitiva, cioè attribuita dopo che gli interessati hanno provveduto spontaneamente ad aggiornare i dati del Catasto. Le due province contribuiscono da sole al 72% della rendita catastale accertata nella regione.
Se consideriamo a livello provinciale “l’apporto†che ogni unità immobiliare emersa ha fornito in termini di rendita catastale accertata, al primo posto troviamo Frosinone con 1968 euro per immobile emerso, seguita da Roma (840 euro), Viterbo (705 euro), Latina (610 euro) e Rieti (321 euro).