Vigili del fuoco, forestali e polizia penitenziaria sarebbero allo sfascio, in provincia di Frosinone, se non fosse per il cuore di chi indossa quelle divise. “Siamo gente costretta a lavorare in emergenza per far fronte alle emergenze della gente, una incoerenza incredibile alla quale non riusciamo ad abituarci ma che tentiamo di fronteggiare con il sacrificioâ€. A parlare è Salvatore Simeoli, Segretario Generale Aggiunto della Fns Cisl. Lui la divisa del vigile del fuoco la indossa da anni e conosce sulla sua pelle le difficoltà di chi fa quel mestiere su automezzi “antichiâ€, e ben conosce le difficoltà dei Forestali, costretti dalla mancanza di personale a ore ed ore di lavoro straordinario, talvolta anche isolato, che non verranno pagate. Oppure degli agenti della penitenziaria che, a Cassino, per esempio, devono sorvegliare detenuti in un carcere che ospita il doppio dei detenuti che dovrebbe accogliere. Tutte questioni snocciolate, una ad una sul tavolo del Prefetto di Frosinone, da una delegazione sindacale guidata dal Segretario Generale della CISL di Frosinone Pietro Maceroni e che si porteranno all’attenzione dei sindaci delle maggiori città della provincia a cominciare da quello di Cassino.
“Abbiamo bisogno di sostegno – dichiara Simeoli – e va bene il sostegno di chiunque volesse offrircene. Parliamo di lavoratori i cui servizi sono rivolti alla gente, a chi garantisce la sicurezza nei penitenziari e a coloro che si occupano del rispetto dell’ambiente, di quell’ambiente di cui tutti si riempiono la bocca, am che poii, ai fini pratici poco rimane. Gli agenti della Forestale in provincia di Frosinone, infatti, vivono una condizione di disagio enorme dettato dalla carenza di personale. Addirittura nei servizi notturni, per l’intera provincia, si riesce a formare una sola pattuglia tutti accumulano montagne di ore di lavoro straordinario pur sapendo che al massimo gliene verranno pagate solo 5 ore al meseâ€. Per gli stessi problemi, e per scelte di accorpamenti giudiziari, la polizia penitenziaria di Cassino si trova a vivere pressappoco nelle stesse condizioni di chi è detenuto.
“Nel carcere di Cassino – continua Simeoli – non si riconosce la differenza di chi vigila e di chi viene vigilato. Gli agenti e i detenuti fanno pressappoco la stessa vita. Nel perimetro di Via Sferracavalli, dovrebbero trovare posto non più di 172 detenuti; ce ne sono 312. La situazione già complicata e al limite della decenza prima, si ritrova, adesso a far fronte ad un aumento di ricettività dovuto all’ampliamento al sud pontino del territorio su cui ha competenza la Procura di Cassino.
Ermanno Amedei